Re: Per Nessuno.

From: Gianmarco Bramanti <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Sun, 5 Sep 2004 12:33:54 +0000 (UTC)

"nessuno" <depositofiles_at_katamail.com> wrote in message
news:Q1NYc.219593$5D1.10182476_at_news4.tin.it

> Io non presumo un bel niente. Io sto cercando di capire, grazie al tuo
> preziosissimo aiuto, delle cose per me molto difficli. Ora, quando uno cerca
> di capire una cosa, va per radi. Cerca di mettere tutte le cose che sa in un
> tutto coerente. Poi aspetta che una nuova nozione giunga a mostrargli tutta
> la fragilit� del suo schema. Ma una qualche parvenza di certezza bisogna
> pure averla nella vita. Se io non credessi di aver capito almeno
> provvisoriamente delle cose, non saprei neppure che domande porre.

In altre parole, dunque, presumi qualcosa. Non solo: ammetti anche
non gia' di cercare una spiegazione di quel che sai, ma di cercare
di mettere le cose che sai in un tutto coerente. Quello che obietto
e' che quel che sai potrebbe non essere sufficiente all'impresa.
Le nuove nozioni non dovrebbero giungere come critiche per uno
schema interpretativo, ma come elementi del tutto nuovi e di base
dai quali poi raggiungere la comprensione degli altri fatti distanti
che sai, questo e' possibile, se invece cerchi di procedere a ritroso
potresti non raggiungere l'obiettivo che ti poni. Importante essere
consapevoli di questo. Poi un consiglio che ti ho dato piu' volte e che
ti rinnovo: dato che qualche cosa di meccanica quantistica gia' la sai
prendi un buon libro e comincia a leggerlo. Puoi iniziare con Dirac, e
poi per gradi arrivare al Loudon, o a qualcosa di piu' moderno.

> > 1) cos'� un generico fotone?
> Per me un fotone � un fotone e basta. E' quello che abbiamo descritto come
> quanto di campo elettromagnetico, pacchetto d'onde ecc. Abbiamo detto: una
> regione di spazio, che nel tempo si muove alla velocit� della luce, con
> percorso rettilineo, di forma e dimensione variabile, e rappresenta iuna
> regione di spazio in cui non � nulla la probabilit� di rivelarlo. Di pi� non
> so...

Pero' ti ho messo in guardia sul fatto che quella regione di
spazio riguardava l'ampiezza di probabilita' di misurare un
fotone in un processo di fotoemissione, non ho mai detto ne'
pensato che quello e' un fotone. E nemmeno tu dovresti pensare
questo. Perche' un conto e' il campo elettromagnetico, che
spesso e' accoppiato con lo stato delle sorgenti descritto
contestualmente al campo elettromagnetico, un'altro conto
sono le ampiezze di probabilita'.
 
> > 2) come fai a prenderlo e ad inviarlo su un prisma?
> Accendo una lampadina! Ma scusa, come mai tutti i fisici del mondo possono
> parlare di esperimento delle due fenditure e dire "ora riduciamo l'intensit�
> del fascio di fotoni che inviamo sul pannello, fino a che un solo fotone per
> volta venga emesso" oppure "il nostro fucile elttronico...bla bla bla" Credo
> che laddove fossero coase irrealizzabili, almeno hanno un qualche valore "in
> linea di principio". Senn� non si pu� parlare di nulla.

Il sole non e' una lampadina.
Il sole e' una sorgente complessa, dove succedono cose molto
piu' complesse che in un laser ad esempio ed assolutamente fuori del
controllo che qualunque fisico sperimentale puo' avere sulle
sorgenti del suo laboratorio. Puoi parlare di singolo fotone
in condizioni sperimentali molto specifiche. Altrimenti no.
Gia' quando accendi una lampadina ad incandescenza ad esempio
hai uno spettro continuo. In questa situazione gli elettroni
si comportano come un gas, e la fisica di una lampadina e' molto
piu' complessa della fisica di un laser, dal punto di vista ottico.
Se abbassi l'intensita' della luce emessa da una lampadina, ad
esempio, cambi il suo spettro di emissione.

> > 3) come fai a prenderlo di nuovo e ad inviarlo ancora su un prisma?
>
> Questo e' un comportamento del singolo fotone: se ripeto
> l'eseprimento piu' volte, con un fotone per volta, essi andranno uno
> qua e uno la'.
> Ma non potete sostenere che atomi identici, trattati allo stesso modo,
> emettano fotoni di diversa energia...
> *****
> Per me, che capsico poco, significa: se tratti lo stesso atomo alla stessa
> maniera, non pensare che se riveli fotoni a diversa lunghezza d'onda
> trattasi di fotoni diversi. Ma � lo stesso fotone che ora ha quetsa energia
> ed ora quest'altre, ognuna con un probabilit�.

Ed e' giusto quel che hai capito. Non pensare pero' di poter capire
l'ottica di una lampadina da questo discorso valido per un atomo e per
una sorgente specifica e controllabile. Le transizioni possibili per gli
elettroni di una lampadina sono molte di piu' che quelle per un singolo
atomo. Questo facilita la comprensione statistica dello spettro in
termini di radiazione di corpo nero ma rende praticamente insensato ogni
argomento valido per un singolo fotone. Quello che domina sono le inter-
ferenze aleatorie ed emergono fenomeni come quello alla base
dell'Hanbury
Brown Twiss di correlazione a distanza dovuta all'indistinguibilita'.
Visto che ti sei trovato bene con Fabri dai un'occhiata alle cose che ha
scritto sull'ftp Osiris. Li' trovi un racconto oltre che delle bizzarrie
dei fotoni anche dell'esperienza di Hanbury Brown. Poi se vuoi rimanere
a livello divulgativo, ma elevato passa al Feynmann QED un libro
prezioso
e gradevole. Poi se vuoi cerca in rete qualcosa sull'Hanbury-Brown. Ora
siccome devo lasciarti e non potro' risponderti per qualche tempo ti
lascio dei compiti: leggi gli appunti di Fabri, vedi se riesci ad acce-
dere alle esperienze virtuali sull'interferenza che sono su quel sito.
Poi vedi se riesci a trovare il Feynmann. Pero' se sei uno studente di
fisica ti consiglio di riservare solo il tempo libero a queste attivita'
e di studiare con cipiglio severo un libro di meccanica quantistica.
C'e' un libro di ottica dello stesso Feynmann per universitari, risente
un poco del fatto di essere stato scritto negli anni sessanta ed a volte
si ha la sensazione di vedere un purosangue legato troppo stretto dalle
briglie della comune ignoranza.


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Received on Sun Sep 05 2004 - 14:33:54 CEST

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