Il 29 Ago 2004, 15:17, "nessuno" <depositofiles_at_katamail.com> ha scritto:
> Gianmarco Bramanti wrote:
>
> > Per questo vale quel che vale [cut] per tutta la fisica. Una teoria pi�
>
> Una curiosit� ancora. Quando in laboratorio si fa una spettrofotometria di
> un campione di luce, come descrive mario L. in un altro thread, si ottiene
> uno spettro in cui ogni colonnina dell'istogramma ci dice quanti fotoni
sono
> stati rivelati per quella banda. Da questo istogramma, come si passa ad
una
> funzione continua che esprima la densit� di energia o potenza in funzione
> della lunghezza d'onda (cio� la TdF delle densit� di energia)? Piuttosto
> dimmi solo se si pu� fare, poi con calma affrontiamo, se ti va, il come.
Si fa se hai un'idea a priori di quale curva debba venir fuori.
Si fa usando un metodo standard di laboratorio: un'interpolazione
con il metodo pi� opportuno, esistono programmi che puoi
implementare su una HP28S come feci io per il mio
esame di laboratorio uno, ed usando il metodo dei minimi
quadrati, oppore usando un programma preconfezionato, ne
esistono disparati.
> Oppure dammi solo qualche accenno.
> Poi, immagino, questa funzione continua possa essere usata per ottenere la
> TdF dell'ampiezza di campo elettrico (mi pare a mezzo di quel teorema che
> legherebbe le due TdF), no?
No. Lo spettro contiene meno informazione di quella che serve.
Se anche, idealmente tu riuscissi a misurare da un segnale
continuo una funzione continua che corrisponde al modulo quadro
di f(k,t) non avresti informazioni sulla fase di f(k,t). Nel caso di
campi elettromagnetici � un altro conto. Se poi f(k,t) rappresenta
una ampiezza di probabilit� sai gi� che quello che misuri � un
campione statistico con distribuzione data da determinare.
E qui entra in gioco fisichetta 1 con i cenni di teoria dei campioni.
Ti dico gi� che non puoi determinare la distribuzione. Puoi ottenere
dei guess che approssimano la distribuzione con un certo errore.
Alcune distribuzioni sono talmente dispettose che quando ne cerchi
i parametri con programmi sofisticati molto pi� di quelli per la mia
HP28S ottieni una classe di equivalenza. E' il problema del mal-
codizionamento della determinazione dei parametri distributivi.
Cerchi dei parametri e ne trovi altri che danno la stessa forma,
ma che hanno un significato fisico differente. Quando capita questo
significa che stai guardando il problema da un punto di vista parziale
che non mappa tutta la fisica del problema. In questo caso noi (pi�
avanti non a fisichetta uno) si usava delle verifiche incrociate. Allora
questo � il motivo per cui si usa misurare oltrech� l'ampiezza, la fase
del fenomeno. Nel caso in cui valga l'approssimazione classica
affrontavo il problema misurando direttamente l'ampiezza dei campi,
lo strumento che usavo era basato sull'uso di un misuratore di potenza
e di un lock-in sincronizzato su un segnale di riferimento. Quello che
misuravo era la risposta.
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Received on Sun Aug 29 2004 - 20:08:53 CEST