Re: Incertezza o certezza delle leggi fisiche?

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Mon, 25 Jul 2011 21:26:49 +0200

Soviet_Mario ha scritto:
> io credo fermamente che pi� la scienza avanza, pi� la
> frazione di umani capaci di capirla realmente si restringa.
> E' una questione di divergenza crescente tra le percezioni
> quotidiane e le abilit� di base, istintive, di calcolo, di
> estrapolazione etc, e la capacit� di astrazione spinta.
Fin qui sono d'accordo con te.

> Questa � un tratto genetico meno consolidato, probabilmente
> � un effetto collaterale di altre abilit� necessarie a breve
> termine e a corto raggio che tutti hanno evoluto.
> Pi� ci si discosta dalle esigenze fisiologiche, meno si pu�
> fare conto su una capacit� latente condivisa da tutti allo
> stesso grado.
Sull'effetto concordo, sulla causa direi di no.

Io non credo da un punto di vista genetico ci siano differenze
significative, per quanto riguarda il sistema nervoso centrale, tra
l'uomo di oggi e quello di - poniamo - 2000 anni fa.
(E tra l'altro, se queste differenze genetiche esistessero, si
dovrebbe anche assumere che differenza esistano tra le popolazioni
urbane scolarizzate che noi conosciamo e frequentiamo, e le ormai rare
popolazioni "lontane dalla civilta': Amazzonia, Nuova Guinea, e pochi
altri posti.)

Le differenze cognitive sono evidenti, sia in senso diacronico, tra
l'uomo "civile" di oggi e quello dall'antica Roma, per esempio; sia in
senso sincronico, rispetto alle popolazioni che ho citato sopra. Pensa
solo alla capacita', oggi considerata "naturale", "innata", a
districarsi nel traffico, a guidare automobili...

Pero' secondo me queste differenze, sebbene siano "hardware", non sono
genetiche.
Il cervello ha questa capacita' unica di essere plastico, di
modificarsi (per es. creare o attivare sinapsi) nel corso di tutta la
vita, ma specialmente negli individui giovani.
Sono modifiche hardware, ma non si tramettono per via ereditaria: ogni
individuo le sviluppa daccapo, a causa dell'ambiente in cui vivie,
degli stimoli cui e' sottoposto.

> Ovviamente non escludo che l'evoluzione di homo, che non si
> � arrestata in tutti i sensi (in senso cognitivo non si �
> arrestata di sicuro, dati gli stimoli e le richieste sempre
> crescenti), facciano si che col tempo cambi le capacit� di
> astrazione DI BASE della gran parte degli individui tanto da
> fargli capire pi� agevolmente queste teorie oggi astruse ...
Qui ti avvicini a quanto ho detto sopra, ma continui a parlare di
evoluzione, che secondo me e' sbagliato.
Tra l'altro per ragioni di tempo.
L'evoluzione umana e' necessariamente lentissima, causa la lunga
durata delle generazioni e anche la modesta pressione selettiva.

>> E' soprattutto questione di familiarit�: a forza di pensare
>> in un certo schema, dopo un po' ti viene naturale pensare cos�
> mmm, credo che sia un giudizio soggettivo da parte di un
> individuo che, avendole CAPITE, pu� dire di appartenere ad
> una percentuale di popolazione (ristretta) con abilit�
> astrattive superiori alla media.
> Io non le possiedo, e ti posso garantire che sebbene certe
> cose le legga da molti anni, non mi ci sono abituato, ma
> solo anestetizzato.
Anche se io ritengo (immodestamente?) di possedere quelle abilita' di
cui parliamo, concordo con te che non e' solo questione di abitudine.
Ci si potrebbe se mai chiedere se possa essere questione di una
giusta (e precoce) educazione.

Questo e' un ideale ottimistico e chi lo condivide la ritiene anche
democratico: nessuno sarebbe tagliato fuori se avesse le giuste
opportunita' al momento giusto.
Io sospetto che sia vero soltanto in parte, e non credo che esistano
dati scientificamente seri per formulare l'idea in termini
quantitativi.

Sono evidenti le implicazioni pedagogiche, su come dovrebbe essere
organizzata la scuola, a seconda delle risposte che si danno a queste
domande.
Personalmente le risposte non le so, e non apprezzo molto coloro che da
una parte o dall'altra parlano e agiscono come se le risposte fossero
chiare.

> ... Anche tentassero di inculcarle
> in massa, certe cognizioni non entrerebbero proprio. Io ne
> so qualcosa anche in contesto alquanto meno complicato,
> essendo insegnante, ed accorgendomi quotidianamente che ci
> sono grossi limiti, non sempre e non solo connessi con lo
> scarso impegno. Abbiamo un retaggio ancestrale che in parte,
> e da alcuni, � stato trasceso, ma non � un fenomeno
> consolidato, � solo un trend (probabilmente incidentale)
Dunque tu pensi di avere una risposta piu' certa della mia...
Ma ti faccio notare che i ragazzi di cui hai esperienza sono gia'
passati per almeno otto anni di scuola, e non puoi sapere di che cosa
sarebbero capaci se avessero ricevuto una scuola diversa ne periodo in
cui il loro cervello e' piu' flessibile.

A posteriori, vedo che siamo finiti piuttosto OT, anche se il problema
didattico non puo' essere ritenuto estraneo anche a questo NG.
Mi piace ricordare Terenzio: "nihil humani a me alienum puto".
                                

-- 
Elio Fabri
La conoscenza viene da Papa Bondye', appartiene a tutti, e se non si
condivide si perde.
Received on Mon Jul 25 2011 - 21:26:49 CEST

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