"martello" <martelozzo1NOSPAM_at_tin.it> wrote in message
news:fMrTc.107775$OR2.5628593_at_news3.tin.it
>
> > Per Martello:
> >
> > Biot e Savart non impazzivano perch� tendenzialmente usavano il
> > terzo principio attribuendo le violazioni alla presenza di un campo
> > su cui le cariche agivano localmente e quindi in punti diversi con
> > la possibilit� di forze diverse (etere o non etere).
>
> Forse non ci crederai ma non ho capito bene.
> Puoi essere un po' pi� esplicito?
Bhe hai ragione a non aver capito bene.
E' difficile che Biot e Savart avessero
avuto qualche evidenza di correnti di spostamento o
di effetti di ritardo fra causa ed effetto. Per vederle
occorrono le prime esperienze sull'induzione se non
erro. E' da tanto che non rileggo il libro di Segr�
sulla nascita dell'elettrodinamica. A dir tutta
la verit� per derivare Biot e Savart ad un livello
di prima approssimazione basta il gruppo di relativit�
classico. La coerenza globale del sistema relativistico
� approssimata a basse velocit� e conduce alle simmetrie
non relativistiche. Quel che intendevo � che non appena
furono dedotte le equazioni di Maxwell, si ebbe
l'evidenza di un campo elettromagnetico che si sposta con
velocit� finita. Questo pu� e deve far pensare al fatto
che allora l'azione a distanza non � istantanea. Di conseguenza
si pone il problema del bilancio della quantit� di moto.
Per illustrarlo pensa a questo esempio: delle cariche su un
antenna generano un campo elettromagnetico e dissipano energia,
questo campo elettromagnetico, dopo un tempo finito dovuto al
tempo di propagazione del campo elettromagnetico, mettono in
moto delle altre cariche. E' evidente che c'� un transiente
durante il quale della quantit� di moto � diminuita e senza
che aumentasse la quantit� di moto di null'altro di materiale.
E' dunque necessario pensare che questa quantit� di moto � stata
presa "a prestito" dal campo elettromagnetico. E' quello che
davvero si postula costruendo un tensore di energia impulso
associato con i campi elettromagnetici.
Il paradosso che poni � di questo tipo e per pensarlo non �
necessario nemmeno conoscere le equazioni di Maxwell nella
loro forma completa e per questo potrebbe condurre a delle
difficolt� effettive di bilancio energetico. Infatti la
carica in moto sente quasi istantaneamente tanto il campo
elettrico quanto il campo magnetico prodotto dalla carica che
appare in moto rispetto al riferimento nel quale la particella
era inizialmente a riposo.
Per metterlo in migliore evidenza pensa a questo: due
cariche in moto parallelo. Sentono sia il campo magnetico
che il campo elettrico. Cambiando riferimento se la
propagazione fosse istantanea avresti un effetto
magnetico tanto pi� intenso quanto pi� veloci sono
le particelle. Allora la forza attrattiva aumenta
all'aumentare della velocit� del riferimento. Per�
se non si va troppo di fino (come fece poi Lorentz)
si pu� pensare che basti tener presente il ritardo
dovuto alla propagazione del segnale ottico.
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Received on Thu Aug 19 2004 - 23:55:39 CEST