Re: Gravitoni... ma a che servono?
"Marco Baggio" <nbwba_at_tin.it> ha scritto nel messaggio
news:HL%Tc.143744$5D1.7097802_at_news4.tin.it...
> Elio Fabri ha scritto:
> > A monte di tutto ci sono due paradigmi concernenti l'interpretazione
> > della RG.
> > [...]
> > Da questo punto di vista la curvatura dello spazio-tempo e' in certo
> > senso un'apparenza: l'effetto di uno speciale campo che agisce su
> > tutto il resto in modo da simulare appunto l'effetto di curvatura.
> Sospettavo che potesse esserci questa interpretazione. A livello
> divulgativo non viene quasi mai tirata in ballo (perlomento io non l'ho
> mai incontrata).
a livello divulgativo la trovi per esempio in
D.W. Sciama, " La relativit� Generale " Zanichelli
Roman Sexl & Annalore Sexl "Nane Bianche, Buchi Neri " (Boringhieri).
> Devo ammettere che � pi� affascinante, per me, pensare
> che lo spazio si incurvi "realmente",
condivido: oltretutto se la curvatura � apparente
e lo spaziotempo reale � piatto, viene da chiedersi:
"perch� tra le infinite curvature logicamente
possibili solo la curvatura nulla � privilegiata sulle altre?
perch� solo lei pu� essere reale? ".
Domanda che non si pone nel " paradigma curvo ".
>per quanto sia difficile definire cosa significhi "reale",
>visto che in fisica si parla di modelli.
A quanto pare i due paradigmi portano agli stessi
risultati fisici (osservabili) quindi su base sperimentale
� impossibile scegliere tra i due.
> Immaginare che l'interazione mediata da particelle possa provocare un
> effetto simile, quasi identico, a quello di uno spazio-tempo curvo � a
> dir poco affascinante!
in realt� non � quasi identico, ma proprio identico.
Il paradigma "piatto" ti porta dritto alle equazioni
di Einstein _rigorose_ , non a una una loro approssimazione.
Forse si potrebbe discriminare con criteri di semplicit�,
risolvendo problemi. Il paradigma che risolve i problemi
in modo pi� semplice dovrebbe essere quello pi� vicino alla
realt� fisica.
>Molti concetti, a livello divulgativo, sono spesso trattati con un po'
> troppa leggerezza (...) A questo punto vengono enumerate le
> caratteristiche che dovrebbe avere questa particella
> (massa zero, spin 2), senza giustificare nulla. Cos�
> si crea parecchia confusione
� vero, anche se per un divulgatore non
dovrebbe essere difficile approfondire un po':
volendo giustificare in due parole perch� il gravitone
(se esiste) ha massa zero e spin 2, si potrebbe dire cos�:
massa zero perch� il paradigma "piatto " porta
alle equazioni di Einstein secondo le quali la
gravit� si propaga alla velocit� c ;
spin 2 perch� il campo G lo costruisci col
potenziale B ^ ( i k ) ( i , k = 0, 1 , 2 , 3 )
che ha due indici ---> il gravitone ha spin due.
In generale, dato un campo classico con potenziale
tensoriale di rango N, se lo quantizzi ottieni che �
trasmesso da particelle con spin N . Per esempio,
il campo elettromagnetico lo costruisci con il potenziale
a un solo indice (cio� di rango uno) A^ i (i = 0,1, 2, 3)
e il fotone ha spin uno.
Alla domanda: perch� la gravit� si basa su un campo
di rango = 2 ? la risposta �: perch� le altre scelte non
funzionano; si � constatato infatti che le teorie di campo con
N = 0 ed N = 1 non sono capaci di descrivere
la gravit� osservata. Il caso N = 2 funziona invece cos�
bene (equivale alla RG) che nessuno ha mai sentito il
bisogno di esplorare il ben pi� complicato caso N > 2.
(che presumibilmente non funziona alttrettanto bene
e neppure meglio). In altre parole l'approccio "piatto"
sceglie N = 2 per eliminazione.
ciao,
Corrado
Received on Wed Aug 18 2004 - 16:41:30 CEST
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