Re: Incertezza o certezza delle leggi fisiche?
Visto che la moderazione ha ripreso velocita', faccio in tempo a
scrivere una risposta.
Il 12/07/2011 15:03, Aanselm ha scritto:
> Si devono fornire confutazioni o dimostrazioni
> per sostenere una tesi, non basta la storia.
Se ti aspetti di avere dimostrazioni o confutazioni per tutto, mi sa che
dovrai limitarti alla matematica. Se non vuoi farlo, dovrai accettare
anche argomentazioni del tipo che ti ho mostrato. Ricorda, io non
sostengo che tutto si possa dimostrare: ho parlato di giustificazione,
non di dimostrazione.
> cioe' affermare che non esistono certezze assolute
> e' autocontraddittorio.
Affermare "sono certo che non esistono certezze" e' certamente
contraddittorio. Peccato che io non abbia mai detto una cosa simile.
> frequento anche ambienti esteri
> e non mi risulta lo stesso.
Non basta un ambiente estero per dare certezza. Comunque leggiti, p.es.
Amsterdamski.
[sfondoni di Hegel]
> Si' gradirei una lista argomentata.
Popper ne faceva una divertente enumerazione in, mi pare, La Societa'
Aperta. Ricordo, per dirne una, la "dimostrazione" che non poteva
esistere un pianeta tra Marte e Giove - anni dopo la scoperta di Cerere :-)
> Invece c'entra,
> e dimostra come gli scienziati siano manipolati
> da pregiudizi.
1) Nel tuo racconto illustrazione di pregiudizi non ne ho vista. Ho
visto invece un drammatico conflitto tra fedelta' allo Stato (e forse ad
un'ideologia) ed etica personale.
2) Seguendo la tua logica, dovrei dire che un caso non dimostra nulla.
Dimostra certo molto meno di due millenni e mezzo di esempi, che (vedi
inizio post) hai liquidato con un'alzata di spalle.
3) Tutti, e dico TUTTI, siamo manipolati da pregiudizi, quindi?
4) Che c'entra tutto questo con l'epistemologia e l'esistenza di certezze?
> sia perche' e' un'assolutizzazione indebita,
> nessuno conosce tute le epistemologie,
E allora? Quello che hai proposto era un caso etico, non epistemologico.
Tu ti vanti della tua logica, ma stai infilando un non sequitur dietro
l'altro. Sara' il caldo.
> sia perche' una corretta epistemologia
> non approda alla distruzione dell'umanita'.
Ah, adesso capisco il Dottor Stranamore. Aveva seguito il corso di
epistemologia sbagliato :-)
Ma sei tu a scrivere i testi di Woody Allen? :-)
> Il solo fatto che tu esprima un pensiero
> coinvolge strutture logiche assolute,
> per esempio il principio di non contraddizione.
Alt. La mia affermazione sull'inesistenza di certezze si riferiva al
mondo esterno - dopotutto siamo su it.scienza.fisica. Non voglio entrare
nel campo difficilissimo della certezza della matematica (e della
logica). Forse l'equivoco sta qui.
> Ogni affermazione presuppone che sia vera,
> altrimenti non avrebbe senso affermare cose false.
Ma qui commetti un altro errore logico: il "falso dilemma". Ignori del
tutto il fatto che si puo' affermare una cosa come semplicemente
"verosimile" o "probabile".
> le posizioni che contestano la certezza anche nel campo empirico
> siano confutabili perche' ASSOLUTIZZANO indebitamente
> un insieme limitato di osservazioni facendolo valere per sempre,
Solo se uno e' uno scettico dogmatico, cosa che io non sono. Io non
affermo - ripeto per l'ennesima volta, poi se vuoi capire capisci, se no
amen - che sicuramente non esistono certezze assolute, ne' tantomeno che
non esistono verita' assolute; dico che, per quello che si puo' capire,
adesso non ne abbiamo nemmeno una (al di fuori, forse, della
matematica), e che verosimilmente - ecco la parolina che ti mette in
tanta difficolta', visto che la ignori sistematicamente - non ne avremo
nemmeno in futuro.
> Altre affermazioni infondate,
> frutto di pregiudizi gratuiti.
Parli senza sapere. Leggiti i miei commenti al discorso di Ratisbona (li
postai mi pare nel gennaio 2008 su it.scienza) e vedrai che ho
argomentato, eccome, la mia posizione.
> semmai dovresti cercare, come minimo, di comprenderla,
Ci provo, ma siccome salti dall'epistemologia all'etica come se fossero
la stessa cosa, fai esempi a capocchia ed attribuisci a me posizioni che
non sostengo, non mi e' facile. Ed il sospetto e' che sia tu a non
capire quello che ti si dice.
> prima di parlare di "livelli" e di "terz'ordine",
> non senza presunzione.
Allora, chiariamo una cosa: quando si parla di scienza, e di fisica in
particolare, *io* sono il professionista e Ratzinger e' il *dilettante*.
Punto. Non e' affatto presunzione che il professionista bacchetti il
dilettante quando quest'ultimo scrive sciocchezze. E' invece
presunzione, e tanta, quando il dilettante vuole insegnare ai
professionisti - magari in una lectio magistralis! - qualcosa sul loro
mestiere, per di piu' dicendo stupidaggini.
Intendiamoci: nessuno e' obbligato a sapere di scienza. Ma allora e' un
fondamentale principio di onesta' intellettuale lo starsene zitto. E' la
mancanza di questa onesta' (e leggi anche cosa scrive Pievani delle idee
confuse e oscurantiste di R. in biologia) che fa di R. un pensatore di
terz'ordine. Ma questo e' ormai OT.
Received on Wed Jul 13 2011 - 01:01:59 CEST
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