>mi era stato detto da un ingegnere che la differenza principale consisteva
>nel binomio realizzazione-progettazione, il primo termine esclusivo del
>campo ingegneristico mentre il secondo apparteneva ai fisici, che a sentir
>lui non erano altro che sognatori o citando le sue stesse parole "teste
>perse fra le nuvole". Questo mi preoccupava molto.
Trovo un po' orrenda questa affermazione... giusto citando il caso
personale, il mio lavoro del passato anno e' consistito nel costruire un
microscopio (FLIM giusto per specificare) completamente automatico,
fall'hardware al software, fatto dei lavori teorici (al via per la
pubblicazione) ed ora lo sto usando per esperimenti nei settori
biofisica/proteomica. E sono un fisico che fa il lavoro di un normale fisico
sperimentale.... fare esperimenti maneggiando anche un po' di teoria e
sviluppo degli strumenti di misura.
Non definirei nemmeno i teorici come persone perse fra le nuvole, se non che
e' forse l'impressione che molti di noi danno, fortunatamente esistono i
teorici, cosi' come i matematici, perche' senza di loro non esisterebbero
nemmeno gli ingegneri :)
Infine vorrei anche riabilitare un po' l'immagine degli ingegneri. E' un po'
triste pensarli come realizzatori. Per quello ci sono i preziosissimi ed
indispensabili assistenti tecnici che non necessitano sempre di una laurea.
Un ingegnere e' il termine progettazione nel binomio che citavi. Affronta un
problema e ne traccia le linee della soluzione.
Penso che la differenza piu' profonda fra un ingegnere ed un fisico e' che
il primo affronta molto piu' spesso tematiche "civili" ed il secondo piu'
scientifiche, ma con frequenti eccezioni. Se non sbaglio, per esempio, la
maggior parte dei dipendenti del CERN sono ingegneri, i quali fan campare le
strutture ed i progetti scientifici, ma con altissimi contributi hem...
appunto... scientifici, scusa la ripetizione. Poi c'e' l'enorme massa di
fisici, teorici, sperimentali, informatici... i quali usano, progettano,
sviluppano, analizzano, teoricizzano, etc...
Infine, ti proporrei un altro dubbio. Se pensi di voler far ricerca, forse
e' meglio fisica. Per l'industria direi e' pari, tutti i miei ex compagni di
corso che volevano lavorare in aziende hanno trovato posto (mi pare), per
l'economia sono meglio certi settori ingegneristici, ma, ne fui sorpreso, i
fisici sono ben apprezzati. Consiglerei pero' ingegneria. Infine se vuoi
fare il libero professionista: ingegneria e' l'unica soluzione.
Direi di non pensare troppo alle opportunita' post-laurea, se sei
determinato e vali, troverai la tua strada. Se invece sei dubbioso, o se
preferisci pensare in termini economici... allora e' un'altra cosa. Ah a
proposito, se il termine ecomonico per te conta, direi che un ottimo
ingegnere, dopo la laurea e qualche anno di esperienza ha ottimi introiti
(anche qui... SE vali), un fisico si deve intascare un PhD ed andare in
industria, altrimenti a livello accademico rischi di passare anni ed anni
con pochi soldi e precario O all'estero sino a tempo indeterminato (comunque
precario). MA quel che conta e' cio' che vuoi far della tua vita ...
Hem... meglio che torni a lavorare!!!!!!!!! :)
I bocca al lupo
Ale
Received on Tue Aug 03 2004 - 17:38:45 CEST
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