Re: Galileo Galilei condivideva l'idea dello spazio assoluto?
Il giorno giovedì 2 aprile 2020 21:00:03 UTC+2, Ponentino ha scritto:
> Il giorno martedì 31 marzo 2020 20:35:03 UTC+2, Luciano Buggio ha scritto:
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> >
> > Newton chiamava il suo mezzo "Pneuma" o, addirittura, "Logos".
> >
> >
> cut
>
> > E' impressionante la cotrapposizione tra la visione atomistica e quella aristotelica: considera anche solo che per Aristotele (dal cui nome tra l'altro deriva la parola "etere") l'etere stesso non era fatto di particelle.
> >
> > Solo con Cartesio si cominciò ad attribuirgli discontinuità.
> > Vorrei che tu mi confermassi o meno questa ultima affermazione.
> >
> Aristotele (383- 322 aC) ha proposto l’ horror vacui
> (che è un delle poche cose giuste che ha sostenuto nella sua vita)
> ma il concetto di etere è nato prima di lui.
> Risale alle religioni orientali
> e in Sanscritto veniva indicato con Aidh;
> dopo ( credo) è stato assimilato dal greco e più tardi dl latino.
Naturalmente allora faccio risalire a quei primi antichi tempi la questione: presso le religioni orientali l'etere (l'Aidh) era continuo o discontinuo?
> Riguardo a Newton riporto cosa ha scritto Kostro
> nel suo libro €" Einstein e l’etere, pag. 14-15 -:
>
> << Newton usava l’etere per spiegare la trasmissione delle interazioni gravitazionali e diversi fenomeni ottici. Costruì vari modelli e versioni dell’etere, di cui però non riusciva mai ad essere soddisfatto.
> L’idea dell’etere era sempre presente nella sua mente e nei suoi articoli…
Per quel che ho trovato io, Newton non lo chiama mai"etere" : a te invece risulta che l'abbia chiamato anche così, il suo Aeiron?
> Newton creò anche la prima teoria duale (corpuscolare e ondulatoria) della luce in cui le vibrazioni delle particelle luminose creavano onde nell’etere..
Ho trovato nell'Optics un paio di proposizioni (XII e XIII, che riporto dopo) dalle quali secondo me egli avrebbe dovuto partire per approfondire il problema del dualismo senza far intervenire l'onda in quanto perturbazione di un mezzo, con la quale entrava in entrava in contraddizione con l' assoluta rigidità ed inalterabilità del suo,
>
> N. non era certo il solo a considerare l’etere necessario per trasmettere l’interazione gravitazionale, come ha mostrato M. Jammer in Storia del concetto di spazio, anche Leibniz era dello stesso parere.>>
Certo, tutti gli eteristi spiegano l'interazione gravitazionale con l'etere: ma ti risulta che qualcun altro, prima ( e dopo) di lui abbia ipotizzato questo "mezzo" più rarefatto in direzione dei corpi, e non dipendente da vortici??
>
> Riguardo all’idea di Newton sulla natura
> corpuscolare o continua dell’etere ti dico semplicemente
> che cercherò di rivedere e approfondito l'argomento
> quanto prima .
Ti ringrazio, spero chee tu trovi qualcosa.
Ecco le due Proosizioni (alla prima manca qualcosa all'inizio, ma si caisce leggendo il seguito)
XII Proposizione:
"..Di che genere di azione o di disposizione si tratti, se consiste di un movimento circolare oppure vibratorio del raggio, oppure di un movimento del mezzo, oppure di qualche altra cosa, qui non indago.
... quando un raggio qualsiasi sta in quella parte della vibrazione che cospira col suo moto proprio, esso passa facilmente attraverso una superficie rifrangente, ma quando sta nella parte contratta della vibrazione che ne impedisce il moto, esso è facilmente riflesso; e che, di conseguenza ogni raggio è alternativamente disposto ad essere facilmente riflesso o facilmente trasmesso da ogni vibrazione che lo raggiunge. Ma se questa ipotesi sia vera o falsa io qui non considero. Mi accontento di avere scoperto che i raggi di luce hanno, per una causa o per l'altra, alternativamente la disposizione ad essere riflessi o ad essere rifratti per parecchie volte".
(Libro terzo dell'Ottica, parte I, proposizione XII)
Proposizione XIII
"DEFINIZIONE. Chiamerò impulsi (fits) alla facile riflessione i ritorni della disposizione di un raggio qualsiasi ad essere riflesso, e impulsi alla facile trasmissione i ritorni della sua disposizione ad essere trasmesso, e
chiamerò intervalli fra i suoi impulsi lo spazio esistente tra ogni ritorno ed il successivo ritorno.
La ragione per la quale le superfici di tutti i corpi trasparenti spessi riflettono una parte della luce incidente su essi, e rifrangono il resto, è che alcuni raggi al momento della loro incidenza si trovano in impulsi
alla facile riflessione, ed altri in impulsi alla facile trasmissione."
(Libro terzo dell'Ottica, parte I, proposizione, XIII)
In articolare ti segnalo la frase iniziale:
"... che genere di azione o di disposizione si tratti, se consiste di un movimento circolare oppure vibratorio del raggio, oppure di un movimento del mezzo, oppure di qualche altra cosa, qui non indago."
Vorrei farti una domanda.
Qui Newton ipotizza che la sua particella di luce (il "raggio" ) abbia una traiettoria dotata di periodicità, (quindi con una frequenza, una periodicità ed un modulo spaziale con una lunghezza, che tra l'altro sono i parametri dell'onda..).
Ti risulta che questa ipotesi sia stata fatta anche da altri?
Luciano Buggio
Received on Sat Apr 04 2020 - 14:56:26 CEST
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