a.t.k ha scritto:
> Ok, per� mi sembra che questa corrispondenza sia definita in maniera
> implicita dalla precedente...
> Una volta che ho descritto tutte le leggi che regolano un fenomeno,
> automaticamente ho descritto anche il fenomeno stesso.
Non mi pare. Facciamo l'esempio relativamente semplice della meccanica
newtoniana.
Si parla di masse, forze, tempi, distanze, velocita'. accelerazioni...
Tutti questi sono costrutti teorici, alcuni definiti implicitamente
dagli assiomi della teoria, altri definiti esplicitamante dai primi.
Poi ci sono gli assiomi, da questi si deducono un po' di teoremi: per
es. le leggi di Keplero.
Se ti poni il problema di "verificare" queste leggi, devi prima
stabilire che cosa significa in termini operativi distanza, che cosa
significa tempo, massa, ecc
Quali operazioni sperimentali determinano la massa? quali il tempo?
Eccetera...
E la cosa puo' non essere affatto banale: vedi appunto la misura delle
distanze in astronomia.
> Mi sembra per� che questo sia un atteggiamento molto classico (nel
> senso di non-quantistico).
> Per carit�: in linea con l'oggetto del thread (che � la RG...)
> Ma appena consideriamo una teoria quantistica, diventa difficile anche
> solo parlare di osservazioni, figuriamoci di "toccare con mano"...
Certo che e' classico, e non ci vedo niente di male: *qualsiasi*
osservazione o misura o esperimento che facciamo alla fine ha
carattere classico.
Anche la piu' sofisticata misura quantistica, poniamo quelle per
verificare o no le disuguaglianze di Bell.
> Quindi se ho capito bene per te la discriminante tra prova diretta e
> indiretta � sostanzialmente la complessit� del "post-processing"
> necessario ad estrarre effettivamente le misure da ci� che si osserva?
Beh, non so se e' corretto ridurlo a post-processing.
Per es. nel caso di Hulse e Taylor bisogna tener conto di tutti gli
effetti di RG sui periodi degli impulsi, ma anche del loro ritardo
nella propagazione attraverso il mezzo interstellare, dell'eventuale
perturbazione dovuta ai pianeti del sistema solare...
In questo caso e' solo post-processing, perche' non puoi fare altro
che raccogliere i dati e poi lavorarci su.
Nel caso di VIRGO e' diverso, perche' c'e' anche la progettazione
dell'interferometro, che dovrebbe minimizzare un po' di disturbi: in
certo senso un "pre-processing".
Pero' in senso intuitivo sembra piu' semplice collegare l'oscillazione
degli specchi all'arrivo dell'onda, che estrarre l'emissione dell'onda
dalle variazioni del periodo della binaria.
Ma ad essere maligni, un teorico direbbe che questo e' un atteggiamento
da sperimantale, che davanti a una teoria troppo complessa si spaventa
e diffida, mentre dell'apparato sperimentale si fida di piu'.
Forse per il teorico e' l'inverso ;-)
Se e cosi', l'epistemologia sconfina nella psicologia :-)
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Mon Aug 02 2004 - 20:47:55 CEST
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