In data Tue, 27 Jul 2004 21:48:50 +0200, Elio Fabri ha scritto:
>> nozione stessa di "prova" � estremamente problematica. Una delle
>> conclusioni pi� importanti che ha raggiunto l'epistemologia
>> post-positivistica � proprio il fatto che l'interpretazione di un
>> esperimento ha senso solo ed esclusivamente all'interno di un
>> determinato quadro concettuale (e lo stesso esperimento pu� avere
>> interpretazioni diverse in teorie diverse).
> S'accordo anche qui, a patto che se ne traggano conclusioni
> estremistiche alla Feyerabend.
In effetti io mi riferivo pi� che altro a Popper e Lakatos. Quanto a F.,
non l'ho mai studiato seriamente ma mi d� l'impressione di essere il
tipico filosofo che vuole occuparsi di fisica senza prima essersi
sforzato di studiarla... Perch� chiunque abbia studiato un minimo di
fisica sa che il suo relativismo assoluto � una posizione insostenibile.
>> esiste un modo per "tradurre" tutti i teoremi del
>> sistema in proposizioni che riguardano l'universo fisico.
> Anche qui farei un emendamento: non si tratta solo di tradurre i
> teoremi, ma prima ancora i _concetti_.
> Di stabilire una corrispondenza fra termini del discorso teorico e di
> quello osservativo.
Ok, per� mi sembra che questa corrispondenza sia definita in maniera
implicita dalla precedente...
Una volta che ho descritto tutte le leggi che regolano un fenomeno,
automaticamente ho descritto anche il fenomeno stesso.
> E' proprio il nostro caso: che cos'e' un'onda gravitazionale?
> Dal punto di vista teorico e' chiaro; da quello osservativo?
>
> Per cui nel nostro caso mi pare che "diretto" o "indiretto" abbia
> molto piu' a che fare con "toccare con mano".
Mi sembra per� che questo sia un atteggiamento molto classico (nel senso
di non-quantistico).
Per carit�: in linea con l'oggetto del thread (che � la RG...)
Ma appena consideriamo una teoria quantistica, diventa difficile anche
solo parlare di osservazioni, figuriamoci di "toccare con mano"...
> Gli specchi che vibrano si "vedono" muovere (molto per modo di dire,
> vista la veramente mimuscola ampiezza degli spostamenti attesi).
>
> Dall'altra parte c'e' una pulsar, che si riceve con un
> radiotelescopio, si deve fare un'elaborata analisi del segnale,
> mettere a confronto i risultati con calcoli non tanto semplici,
> perche' c'e' da tenere conto di un mucchio di effetti sistematici...
Quindi se ho capito bene per te la discriminante tra prova diretta e
indiretta � sostanzialmente la complessit� del "post-processing"
necessario ad estrarre effettivamente le misure da ci� che si osserva?
Received on Fri Jul 30 2004 - 19:33:06 CEST
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