Re: Spettro della luce solare

From: nessuno <depositofiles_at_katamail.com>
Date: Thu, 29 Jul 2004 11:42:09 GMT

Mario Leigheb wrote:

> L'interpretazione quantistica dello spettro solare vuole spiegare cosa
> produce lo spettro continuo di corpo nero (Planck fu il primo che
> riusci' a riprodurre teoricamente la curva sperimentale di emissione
> in funzione della frequenza per mezzo di un modello di oscillatori
> armonici microscopici),

Scusate l'intromissione!
Come fece Planck?



> Ma questa non e' l'interpretazione quantistica dello spettro solare,
> questa e' teoria dei rivelatori.

Anch'io avrei detto che trattavasi di MQ: di parla di fotoni e di
probabilit�, no?


> Interpreto la frase alla luce di quello che scrivi dopo.
> La luce che proviene dal Sole, che noi avvertiamo come una luce
> giallastra, in realta' e' una sovrapposizione di fotoni di diversa
> lunghezza d'onda, in cui coesistono un flusso di fotoni il cui numero
> in funzione della lunghezza d'onda segue la legge del corpo nero, piu'
> righe di assorbimento (righe di Fraunhofer).

OK


> Il rivelatore che e' sintonizzato su una sola frequenza (cioe' su una
> delta) non esiste, il rivelatore rivela sempre un intervallo di
> frequenze, in generale poi la risposta del rivelatore non e' uniforme
> neanche nell'intervallo di frequenze da lui rivelato.

Infatti. Ho sentito dire che si parla di resa quantica come misura
dell'efficienza di un rivelatore.




> Avrai in qualsiasi situazione sperimentale un istogramma. Poi dipende
> dal tuo obiettivo decidere se trattare il risultato come un
> istogramma o uno spettro continuo.
> Nel primo caso sulle ordinate metti "numero di fotoni nell'intervallo
> di lunghezza d'onda delta_lambda nell'intervallo di tempo delta_t",
> dal quale puoi ricavare tutte le altre grandezze, e anche la curva
> continua con un semplice fit a partire dalla curva di Planck (pero'
> dovresti trascurare le righe di assorbimento).

Mi fai un esempio di ci�?

> Nel secondo caso l'unita' di misura sarebbe p. es. "W/micron", dove W
> e' l'energia nell'intervallo di tempo delta_t, e il "micron" e'
> l'intervallo di lunghezza d'onda.


Mi interesserebbe saper in particolar modo come si fa a passare
dall'istigramma alla curva continua. Io ho pensato in questo modo.

Immaginiamo un sistema di rilevatori, ognuno realmente in grado di leggere
una freq. ben precisa. Dopo il tempo delta_t ho che N fotoni hanno raggiunto
lo schermo.
Creo l'istogramma che mi dice per ogni rivelatore quanti fotoni sono giunti.
L'energia totale giunta � uguale alla somma delle energie hf dei singoli
fotoni giunti. Dove f � la freq. rilevata dal rilevatore. Divido N per
delta_t ed ottengo la potenza media del fascio luminoso emerso dal prisma.
Ora devo dividere la mia potenza tra i vari intervalli di frequenza. Allora
prendo il mio istogramma e divido l'ascisse in intervalli di freq. costanti.
Ad ogni intervallo atytribuisco una porzione della potenza totale in misura
prorporzionale al numero di fotoni letto in quell'intervallino. Se restringo
sempre pi� i miei intervallini, dovrei avre una curva che si approssima
sempre pi� alla curva spettrale continua della mia luce. Il ragionamento �
grossolano, come dovrei renderlo pi� rigoroso?


Grazie
Received on Thu Jul 29 2004 - 13:42:09 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Wed Sep 18 2024 - 05:10:39 CEST