Enrico SMARGIASSI:
> Aanselm wrote:
>
> Il problema e' se siamo in grado di sapere "come stanno realmente le
> cose". Non so se lo siamo; e se lo fossimo, sono quasi certo che non
> sapremmo di saperlo. E questo, sottolineo, qualunque sia il metodo
> d'indagine che si usi: scientifico o di altro tipo.
"... qualunque sia il metodo d'indagine che si usi..."
e' una proposizione non dimostrata.
>> L'epistemologia kuhniana e' puramente descrittiva,
>
> Visto il sostanziale, plurisecolare insuccesso nel fondare
> un'epistemologia normativa, mi sembra l'unica cosa da farsi.
Non mi risulta un plurisecolare insuccesso
della fondazione epistemologica normativa;
anche questa affermazione mi sembra non fondata.
Per esempio la Dottrina della Scienza di Fichte,
che migliora il discorso kantiano, fonda la struttura normativa della
scienza e dell'etica. Hegel ne migliora ulteriormente l'argomentazione
inglobando anche religione e arte.
Apel, per citare un pensatore contemporaneo, va ancora oltre fondando le
strutture dialogiche.
>> Pensare che il mondo sia razionalmente comprensibile
>> e che segua leggi matematiche e' un'ipotesi (forte)
>> non deducibile dall'empiria e per tale motivo
>> non tutti sono disposti a condividerla.
>
> Personalmente credo che a suo favore basti un argomento pragmatico:
>
> Se il mondo e' regolare e comprensibile [matematicamente o meno: anche
> qui, c'e' una posizione minimale ma efficace che vede la matematica come
> semplice fattore di "igiene del pensiero"] allora la scienza si e'
> mostrata il miglior modo di capirlo; se non lo e', allora tutte le
> posizioni sono equivalenti. Quindi, ad adottare l'approccio scientifico
> nel peggiore dei casi non si perde nulla, e nel migliore si guadagna tanto.
>
> Una specie di scommessa di Pascal, ma senza il suo pericoloso giocare
> con l'Infinito.
L'utilita' non e' un criterio di verita',
ma come dici giustamente, puo' essere una guida pratica,
tuttavia soprattutto nel campo etico
conoscenze basate sull'utilita' non permettono di fondare
asserti come "non uccidere" sia perche'
non e' direttamente osservabile il "non"
sia perche' e' facile manipolare l'utilita'
secondo interessi dominanti. La scienza se si svincola
da tutto il resto incorre in tali difficolta',
nel senso viene manipolata da chi decide
cosa deve considerarsi utile
e in questo frangente tu accetti che il criterio
dell'utilita' non sia assoluto ma pratico.
>> Per cui il semplice sorgere del Sole sara' sempre un evento ipotetico,
>> verificabile a posteriori.
>
> Ormai questa idea non mi disturba piu' molto. Credo che dobbiamo
> adattarci alla consapevolezza che dobbiamo vivere ed agire senza
> certezze assolute, eppure vivendo ed agendo.
La frase:
"Credo che dobbiamo adattarci alla consapevolezza
che dobbiamo vivere ed agire senza certezze assolute"
per quello che dice come contenuto
vale essa stessa come certezza non assoluta
per cui implica che esistono certezze assolute.
Cordialmente.
--
A
Received on Wed Jul 06 2011 - 16:29:24 CEST