Re: Permeabilità magnetica (ex...)

From: Piercarlo <piercarloboletti_at_tiscali.it>
Date: Tue, 27 Jul 2004 00:03:49 +0200

Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it> wrote:

> Quanto al mio "saper fare" o "non saper fare" il divulgatore, se c'e'
> una virtu' che non mi vanto di avere (sarei ipocrita) e' la modestia
> (che sarebbe falsa :) ).
> Percio' se dico che non ti so spiegare il ferromagnetismo, non sto
> enunciando un mio limite, ma un limite intrinseco. In altre parole,
> *nessuno* puo' spiegare il ferromagnetismo a chi non abbia basi
> adeguate.
> E tu, da quello che scrivi, non le hai.

Nessun dubbio che non le abbia. Se le avessi non sarei qui a chiedere
nulla. Ma a questo punto mi viene un dubbio: se per parlare di scienza
con un'altra persona occorre gi� sapere tutto su detta scienza, a cosa
serve mai parlare di scienza con quest'altro individuo che, se non ha un
interlocutore in possesso delle stesse cognizioni, non � in grado di
comunicare alcunch�, mentre se ha un interlocutore in possesso di tali
cognizioni, non � in grado di comunicare alcunch� DI NUOVO?
In altre parole se un individuo, per apprendere la scienza, non ha altra
strada che un "bootstrap" in cui si avvia, cresce e programma da solo, a
che servono, una volta completata la sua (auto)formazione, gli altri
individui che si sono (auto)formati a loro volta? Per parlare del pi� e
del meno? Per raccontarsela insomma?
Sto esagerando, lo so, ma francamente a me pare che entrambe le strade
oggi proposte ai neofiti - da un lato una divulgazione che divulga per
modo di dire (e spesso neppure con gran chiarezza) e dall'altro un
cammino "iniziatico" a cui non so quanta gente si senta incline (anche
perch�, alla fin dei conti, la scienza � s� molto comoda ma, nonostante
tutto, non � arrivata ad essere INDISPENSABILE per vivere: il suo
precursore, l'empirismo, funziona alla grande ancora oggi ed � per la
maggior parte della gente assai pi� fruibile e comprensibile) - portino
entrambi a un vicolo cieco non solo nell'immediato ma anche in
prospettiva. Mi spiego meglio: per me i giochi sono fatti e quello che
sono/non sono o so/non so � ormai largamente determinato e chiuso ma ad
un mio ipotetico figlio come dovrei presentare la scienza per
rendergliela non dico attraente ma almeno accettabili gli sforzi che
occorre intraprendere (per un ALMENO un quarto della sua esistenza...)
per arrivare, se ho capito bene, giusto a farsene una prima idea? Da
come stanno le cose sembra che l'unica cosa onesta che potrei dirgli sia
un bel "arrangiati!". Se le cose stanno cos� non c'� che dire: la
miglior campagna (spontanea?) di dissuasione all'interesse per la
scienza che si sia mai vista: se fossero cos� anche le campagne antifumo
non ci sarebbe pi� una tabaccheria aperta in giro!

> > Sarebbe bello che anche gli scienziati, se tengono realmente alla
> > perpetuazione delle loro conoscenze (ma forse pensano che sia SOLO un
> > modo come un altro di portare a casa lo stipendio... in questo caso,
> > come non detto),
> Ci tengono e come, ma alla perpetuazione di *conoscenze*, non alla
> diffusione di chiacchiere prive di contenuto.

E alla diffusione delle SPIEGAZIONI di PERCHE' e PER COME sono prive di
contenuto? Non mi sembra che la maggior parte di esse siano
autoevidenti. A meno che il problema, molto brutalmente, consista nel
fatto che in realt� non esiste alcuna spiegazione... ovvero che la
scienza, almeno per come viene venduta oggi, sia almeno in parte un
bluff. Se � cos� cominciamo a dircelo chiaro cos� da poter lavorare
meglio dopo: dovevano esserci dei muri, un tetto, un cesso... e invece
non c'� niente? Ok, basta dirlo subito: ci si rimbocca le maniche un po'
pi� dello sperato ma � morta l�.

> Questo non interessa nessuno (salvo chi fa soldi con la cosiddetta
> "divulgazione") e non e' nell'interesse di nessuno.

Cosa che lascia, come unico attore in campo, appunto solo chi �
interessato a far soldi con la cosiddetta "divulgazione"... Anche qui
credo che Darwin sia quanto mai appropriato: se un terreno viene
abbandonato da chi lo dovrebbe difendere non passer� molto tempo, se
fertile (e lo �), che questi verr� colonizzato da altri... che hanno
tutto l'interesse a restringere il territorio del vecchio detentore a
favore del proprio. Con i risultati che si possono immaginare. Anzi,
vedere e toccare con mano. A cominciare dagli stipendi per esempio... (i
vostri naturalmente, il mio non fa testo).

> > ... muovessero un po' il didietro per trovare i mezzi di
> > riprodursi intellettualmente, anche facendo "divulgazione" (che per
> > qualcuno pare "sporca" come una certa altra attivit� riproduttiva...).
> > Altrimenti al loro posto si riprodurranno - anzi lo stanno gi� facendo
> > - altre cose e altre forze. Insomma fate voi...
> > Darwin vale anche per gli scienziati e ci� che rappresentano non solo
> > per gli altri... e, a caso, non vince sempre il migliore.
> La "perpetuazione" degli scienziati e della scienza e' nell'interesse
> della societa', non di una particolare corporazione.

Ma questa corporazione dove vive? Che responsabilit� si assume per la
miglior conduzione/evoluzione dell'ambiente/societ� in cui, volente o
nolente, vive? Insomma, a parte piangere che la scienza non viene
valorizzata abbastanza (anche se secondo me non � qui il problema: il
problema � piuttosto nella percezione soggettiva che la gente ha del
VALORE della scienza e, imho, ho la sensazione che ai suoi occhi uno
scenziato valga meno di un idraulico - e a questa percezione
contribuiscono alla grante gli scienziati stessi; visti gli autogol, se
dovessi fare una squadra di calcio non la farei mai di scienziati!), che
fa di concreto? L'analogo dei monaci certosini versione terzo millennio?
E poi che facciamo, aspettiamo il Secondo Avvento?

> Se una societa' non capisce questo, e' destinata al declino, e non
> esiste propaganda, spamming o come lo vuoi chiamare, che ci possa fare
> niente.
> Se - poniamo - gli indiani o i cinesi lo capiscono molto piu' di noi,
> il futuro sara' loro.

Meno male. Se sono migliori di noi (e, visti i risultati, lo sono
senz'altro), ben vengano. Almeno qualcuno continuer� ad andare avanti.
Altrimenti... avanti alla prossima specie dominante sul pianeta. Come
sono passati i dinosauri prima o poi passeremo anche noi...

> In questo senso il tuo richiamo a Darwin e' appropriato.

Non l'ho usato a caso. E' da un po' che mi girava in testa e spero
proprio che abbia dato da prudere a qualcuno: ora come ora non la vedo
pi� grigia ma proprio nera. Perch� nonostante tutti i miei limiti non
sono ancora il fondo: sotto di me c'� ben di peggio.

Ciao!
Piercarlo


PS - Tengo a chiarire, se non lo fosse gi� di suo, che non ce l'ho con
te o con chiunque altro PERSONALMENTE. E' l'andazzo generale che non mi
va gi�, non le persone in s�.

Ciao!
Received on Tue Jul 27 2004 - 00:03:49 CEST

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