Aanselm ha scritto:
> La frase:
> "Credo che dobbiamo adattarci alla consapevolezza
> che dobbiamo vivere ed agire senza certezze assolute"
> per quello che dice come contenuto
> vale essa stessa come certezza non assoluta
> per cui implica che esistono certezze assolute.
Sebbene io abbia scarsissima simpatia per discussioni come quelle che
si sono sviluppate in questo thread, mi pare utile intervenire per
commentare la frase che ho citata.
Vi si trova una classica argomentazione di quella che io giudico la
forma peggiore di filosofia.
E' evidente che chi l'ha scritta esprime un'opinione, tutt'altro che
una certezza assoluta, e la enuncia come suggerimento di una regola di
condotta, quindi sul piano della condotta (non ricordo il termine
filosofico) e non su quello della conoscenza.
Infatti la frase recava altre 4 parole, che sono state amputate:
"eppure vivendo e agendo". Malafede od ottusita'?
Invece (anche grazie all'amputazione) tu la leggi come se fosse
un'asserzione _logica_ circa l'esistenza o meno di certezze assolute,
e la utilizzi, con un tipico procedimento speculativo, per concludere
(falsamente) che la frase dimostra l'esistenza di certezze assolute.
Detto in altri termini, il pensiero che legifera su se stesso (se
stesso ontologizzato, astratto o estratto dai pensanti contingenti).
Si tratta proprio del tipo di argomentazioni che Hume avrebbe buttato
nel fuoco, e io sono d'accordo con lui.
--
Elio Fabri
La conoscenza viene da Papa Bondye', appartiene a tutti, e se non si
condivide si perde.
Received on Sun Jul 10 2011 - 21:01:54 CEST