Re: Incertezza o certezza delle leggi fisiche?

From: Aanselm <aanselmbb_at_gmail.com>
Date: Tue, 5 Jul 2011 10:54:20 +0000 (UTC)

Enrico SMARGIASSI:
> Aanselm wrote:
>
>> Il punto non e' tanto dire "da" o "verso"
>> ma se esiste una vera legge fisica per la natura,
>
> Il punto di chi? :-)

Di chi ricerca la verita'.

> Se uno e' interessato a garantire un senso
> all'espressione "progresso scientifico" allora la posizione di Kuhn e'
> senz'altro sufficiente, senza bisogno di impelagarsi in ipotesi e
> discussioni difficili ed oscure sulle "Vere Leggi della Natura".

E' sufficiente per cosa?
Solo per dare un senso
ma disinteressandosi
di come stanno realmente le cose?
L'epistemologia kuhniana e' puramente descrittiva,
si limita a raccontare la storia della scienza
individuando lotte tra paradigmi
senza chiedersi quale di essi e' quello piu' razionale
e non se lo chiede per una precisa scelta metafisica.
Tra l'altro insistere su epoche rivoluzionarie
a me sembra una forzatura.

> Bisognerebbe poi intendersi su cosa si intende con questa espressione:
> si vuol forse dire che da qualche parte in un qualche sorta di Libro
> Cosmico sta scritto "H|psi>=E=|psi>"? Ne dubito assai. Se invece si
> intende semplicemente che il mondo non si comporta arbitrariamente ma
> con delle regolarita', allora non credo ci sia nessuna ragione di
> credere che queste regolarita' siano in qualche modo "le stesse" che noi
> esprimiamo nelle nostre leggi.

Pensare che il mondo sia razionalmente comprensibile
e che segua leggi matematiche e' un'ipotesi (forte)
non deducibile dall'empiria e per tale motivo
non tutti sono disposti a condividerla.
Esiste un certo pensiero molto diffuso nella nostra epoca
che riduce l'attivita' del pensiero a cio' che si puo'
collegare con l'esperienza sensibile. Su tale base
l'induzione non puo' essere mai necessaria
ma soltanto ipotetica e quindi anche le leggi del mondo
sono ipotetiche e contingenti.
La fisica, secondo tale pensiero,
non ha la forza di fondare in modo necessario
nessuna relazione di causa ed effetto.
Per cui il semplice sorgere del Sole
sara' sempre un evento ipotetico,
verificabile a posteriori.

>
>> Tale posizione spiega meglio il tentativo di costruire teorie
>> che cercano di prevedere il "verso".
>
> Su questo concordo: il realismo metodologico ha avuto un tale successo
> che e' difficile rinunciarvi. Ed allora, perche' non adottare anche
> quello per cosi' dire metafisico? Ma non c'e` nessuna ragione
> logicamente cogente che fa passare dall'uno all'altro, io credo.

Dici molto bene e con grande perspicacia logica.
Popper era di questo avviso. Riteneva che la metafisica fosse di grande
aiuto per trovare nuove ipotesi di lavoro. La fantasia astratta
puo' aiutare a pensare andando oltre il sensibile.
Ma non era certo, per lui,
una conoscenza apriorica non ipotetica.

>> Grazie per l'informazione.
>
> Prego. Ecco la referenza: Le Teorie Fisiche, Boringhieri 1981, in
> particolare il par. 1.3.

Vedro' di consultarlo.


Saluti.

-- 
A
Received on Tue Jul 05 2011 - 12:54:20 CEST

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