Re: calore scambiato in termodinamica (formalismo)
Mino Saccone ha scritto:
> Certo, anche l'italiano non aiuta! Se non vedo nessuno, a rigor di
> logica, si potrebbe arguire che sto vedendo qualcuno, ma, come tutti
> sanno, non e' cosi.
>
> Bando alle chiacchiere, se qualcuno scrive: " il sistema cede -100J "
> e' corretto assumere che il sistema si riscaldi.
Si', pero' e' un linguaggio veramente barbaro, che fa pensare che
anche l'autore non abbia idee chiare sul modo come dovrebbe
esprimersi.
Lasciatemi dire che in realta' quic'e' sotto un problema genuinamente
fisico/storico: noi battiamo e battiamo coi nostri studenti che i
corpi non "possiedono" calore, ecc. ecc.
Qualcuno pero' mi dovrebbe spiegare come si puo' "cedere" qualcosa che
non si "possiede", o come si puo' "non possedere" qualcosa che si e'
"acquistato" :-))
Il fatto e' che il nostro linguaggio e' ancora quello dei tempi del
"calorico": nessuno (io compreso) sa come parlare del calore senza
usare quei verbi che lo trattano come una sostanza...
Pero' un buon insegnante dovrebbe almeno mettere bene in evidenza questa
difficolta' linguistica, non incasinarcisi lui stesso :-<
(BTW:
Detto di passaggio, qualche problemino dle genere c'e' ianche in
altri casi: vi sembra ragionevole parlare di qualcosa che fa lavoro
negativo? Certo, e' solo questione di definizione, ma certe
definizioni sembrano fatte apposta per creare confusioni.
Una volta ho scritto una cosa di questo genere: il concetto di lavoro
nasce dal lavoro degli animali, per es. i buoi che tiravano gli
aratri, quando non c'erano i trattori. Solo che un bue sfaticato (o un
trattore scssato) al peggio fara' lavoro nullo, ma negativo :-)))
)
Nel caso specifico, uno che scriva "cede -100 J" io non lo metterei a
insegnare questa roba...
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Wed Jun 16 2004 - 21:14:11 CEST
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