Elio Fabri wrote:
> Conosci la definizione di capacita' di un conduttore: Q = CV, [CUT]
> Come vedi, V2 risulta positivo e quasi uguale a V1, molto piu grande
> del V1 che si aveva quando avevamo posto V2=0.
Questa formula che mi hai spiegato � davvero dirimente, grazie. Ora � tutto
pi� chiaro.
> Le altre domande che fai non le ho mica capite.
Hai ragione. Erano esposte male. VColevo esprimere questo concetto (in due
parole).
Se prendo una carica elettrica e la porto all'infinito prendendola da un
generico punto della terra o di un qualsiasi corpo elettroneutro non
sottoposto a campi elettrici esterni, il lavoro � circa zero.
Ci� perch�, fuorch� localemnte, la terra tende ad essere elettroneutra ed in
assenza di campi esterni ad essa (stessa cosa dicasi per qualunque corpo
neutro) per portargli via una carica abbaimo che il lavoro fatto dalle
cariche che lasciamo indietro (nella terra) � complessivamete nullo per via
del fatto che un corpo elettroneutro non d� origine ad un campo se non
"microscopicamente", dove non c'� una compensazione statistica dei campi
opriginati da cariche di segno opposto. Quindi portando via una carica da un
corpo neutro in realt� si dopvrebbe avere un lavoro netto molto piccolo
(poich� ci sono tante cariche + quante -, solo nelle immediate vicinanze
degli atomi del corpo. Poi subito sparisce ogni campo netto. E cos�, se cio�
il lavoro per portare da un corpo neutro (soprattutto se grande come la
terra) all'infinito una carica � zero, ecco che l'infinito ha lo stesso
potenziale del corpo neutro.
Per� attenzione: non ci devono essere altri campi esterni. Se infatti il
corpo neutro sta dentro una sfera cava e carica, ecco che per quanto
elettroneutro � al potenziale della sfera ed in ogni caso, portandogli via
una carica, bisogner� passare "attraverso" la sfera carica esterna ed il suo
campo.
Concluido questo interessantissimo thread, con una osservazione alla quale
vorrei tanto sentire un tuo commento.
Prima di leggerti ero abituato a pensare in questi termini: se un corpo �
carico, allora genera un campo ed ha un potenziale diverso da un corpo non
carico. Ora in realt� mi rendo conto che in presenza di campi esterni al
sistema considerato (� corretto dire cos�?) non � poi tanto corretto
ragionare cos� (correlando cio� sempre la carica di un corpo al suo campo ed
al suo potenziale).
Faccio un esempio.
Prendo due corpi conduttori e li metto vicinissimi. Colloco dietro *ad uno*
dei due un campo elettrico (in modo che la sorgenete di campo esterna sia
vicina da uno solo dei due corpi, mentre l'altro sta dietro al primo corpo)
I due corpi subiranno induzione elettrostatica. I due corpi sono collegati a
terra. Le facce dei due corpi che si affacciano l'un l'altra saranno cariche
di segno opposto. Ecco quindi un esempio in cui due corpi cariche di segno
opposto non hanno linee di campo tra loro e non hanno ddp.
Mi dici qualche regola d'oro su come orinetarsi tra questi tre concetti:
carica el�ettrica, campo e potenziale. In particolare io non so se � pi�
giusto dire che la ddp tra due punti di un campo esiste in virt� del fatto
che il campo tra i due punto � non nullo (ma mi sembra sbagliato dire
prorpio cos�) oppure, al contrario, che il campo � non nullo tra due punti
di un campo solo se esiste una ddp. Insomma capire se � nato prima l'uovo o
prima la gallina. Anche se mi rendo conto che sono sbagliate entrambe le
espressioni di sopra.
Concludendo, direi di aver per� capito una cosa: che la ddp dipende innazi
tutto dalla presenza di cariche elettriche :-) e dipende dalla geometria del
campo elettrico, il quale a sua volta dipende dalla distribuziione sapziale
delle cariche medesime.
Grazie di tutto. Aspetto la tua parola "finale" :-)
Received on Tue Jun 01 2004 - 10:58:03 CEST
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