Re: Bizzarrie (?) dell'orologio a luce

From: Ruggero Giullari <ruggerogiullari_at_libero.it>
Date: Wed, 27 May 2020 14:53:44 -0700 (PDT)

>Benissimo: in tal modo potremmo contare ripetutamente i lampi che
>arrivano in L e avremmo un vero orologio.
>Ma ecco la sorpresa: se chiamiamo Dtau l'intervallo tra gli arrivi di
>due lampi consecutivi in L, e calcoliamo il corispondente Dt,
>troveremo la formula "giusta":

>Dt = Dtau/sqrt(1 - v^2/c^2).

>E questo qualunque sia il moto relativo di KL e KO.
>Riesci a vedere perché, senza fare conti?


Spero di non dire stupidaggini, mi sembra che quando il raggio da R torna nuovamente verso lo specchio superiore e essere riflesso verso L, si comporti in modo analogo e in accordo con l’orologio a luce classico, per cui sicuramente vale la formula
Dt = Dtau/sqrt(1 - v^2/c^2).

anche se in effetti non c'è un triangolo rettangolo ma un tiangolo qualsiasi, per cui la 8-1 dovrebbe diventare (usando ad esempio il teorema di Carnot):
c^2Dt^2=v^2Dt^2+c^2DTau^2-2(vDt*cDtau)*cos alfa
dove:
il percorso R-S con tempo proprio laboratorio in moto =c*Dtau (in orologio a luce=h/2)
il percorso dello specchio nel sistema fermo=v*Dt (in orologio a luce Dx/2)
angolo alfa tra questi due cateti
 il percorso lungo R-S nel sistema fermo =cDt (in orolgio a luce cDt/2)

la 8-1 opportunamente sviluppata dovrebbe portare infatti a Dt = Dtau/sqrt(1 - v^2/c^2).
Io non sono riuscito a sviluppare il formalismo matematico, ma deve obbligatoriamente arrivare lì.
Received on Wed May 27 2020 - 23:53:44 CEST

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