Re: corrente elettrica

From: Alex <perceval_it_at_katamail.com>
Date: Fri, 14 May 2004 21:02:18 GMT

Elio Fabri wrote:

> La risposta e' si' a tutte le domande, a parte il fatto che al polo
> positivo ci sara' un difetto di elettroni, non un eccesso :)
Gi�! :-)



> Considera il tuo ultimo metro di filo, che avra' piu' o meno parallelo
> il filo del neutro. Tra i due c'e' un campo (variabile nel tempo).
> Se c'e' un campo, sulla superficie dei fili ci dev'essere una carica,
> che anch'essa varia nel tempo.
Cio� se varia il campo ci sar�, nel famoso ultimo metro di filo, un
accumularsi ed un "rarefarsi" alterneto di cariche?



> (In sostanza, i due fili formano un condensatore, che si carica e si
> scarica.)
Non capisco l'analogia col condensatore (che mi pare non sia una analogia ma
un "fatto" fisico). In fondo anche se i due fili nell'ultimo km si
separasserro e si riunissero dietro la mia presa, le cose sarebbero
identiche, no? E poi se ci fosse una interazione tra i due fili, anche se il
neutro rimane sempre neutro (con potenziale di terra, suppongo), in esso
dovrebbe verificarsi un movimento di cariche (per l'influenza del campo
della fase, intendo)


> Dunque c'e' anche una corrente, il cui valore di picco e' wCV, se V e'
> la d.d.p. di picco.
w cos'�?



> Anche senza pensare agli elettroni, se c'e' una corrente nel filo, e
> se questo ha una resistenza, c'e' di sicuro effetto Joule.
> In pratica stai studiando un circuito formato da un resistore in serie
> a un condensatore, cui e' applicata una f.e.m. alternata.
> Pero' se metti i numeri vedrai che la potenza dissipata e' irrisoria.
Ma aspetta, io mi riferivo ad un effetto jopule legato al movimento delle
cariche nella fase a circuito aperto e non chiuso.


> Incidentalmente, il problema e' un po' piu' complesso, perche' il tuo
> "ultimo metro" non e' speciale: anche il penultimo metro porta delle
> cariche, ecc.
> Ti trovi a dover considerare una linea a costanti distribuite: una
> certa capacita' e una certa resistenza per unita' di lunghezza.
> Cosi' le cose si complicano, e a stretto rigore non e' vero che la
> d.d.p. alla presa sia uguale a quella al generatore, anche a circuito
> aperto; ma non e' proprio il caso di preoccuparsene per i fili della
> rete domestica.
Ecco, io capisco la capacit� riferita al singolo conduttore "filo di fase",
cio� al rapporto Q/V. Fornisco delle cariche al mio metro di filo e vedo di
quanto varia il potenziale. Ma foprse in fondo ora capisco anche quello che
dici tu parlando di fase e neutro come due armature, in quanto anche i corpi
isolati carichi possono essere visti come condensatori con l'altra armatura
all'infinito. Mi sbaglio oppure realmente parlavi di un campo elettrico tra
fase e neutro? Cio�: l'armatura a infinito non risente del campo elettrico
del corpo carico, mentre il neutro "a contatto "con la fase s�!

Ultime due cose: penso al campo elettrico (che nello spazio me lo immagino,
ma la cui rappresentazione mentale mi sfugge in un filo) che a distanze
sempre maggiori diviene sempre meno intenso (per la legge di Coulomb) ed
immagino che se cos� fosse forse nei fili di casa arriverebbe un campo
impercettibile (e questo prescindendo dalla resistenza del filo...parlo solo
di attenuazione con la distanza dalla sorgente). Per� nel filo ci sono
elettroni mobili, quindi nel primo metro alcuni elettroni vengono spinti
verso il secondio metro, Ora questo secondo metro per me riceve non solo il
campo del polo del generatore (a cui � attaccato il primo metro), ma subisce
anche il campo prodotto dagli elettroni che si sono accumulati verso di lui.
E cos� via....Per me questo � - intuitivamente - il modo in cui si riesce ad
avere un campo apprezzabile dietro la mia presa. Insomma � come se lo
spostamento di cariche non fosse solo effetto del campo, ma anche "motivo di
rigenerazione" almeno parziale dello stesso. Non so se sono riuscito a
comunicarti quanto intuisco (una sorta di domino), ma se mi sono spiegato,
magari prova a riespormi il concetto in maniera rigorosa.

Grazie
Received on Fri May 14 2004 - 23:02:18 CEST

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