Re: Bomba atomica

From: Piercarlo <piercarloboletti_at_tiscali.it>
Date: Sun, 16 May 2004 10:17:13 +0200

Baby Elian <sandrino77_at_NOSPAMvirgilio.it> wrote:
>
> Evidentemente ti riferisci all' arricchimento per diffusione e non a quello
> per centrifugazione che consuma,mi sembra,meno di un ventesimo dell' energia
> a parit� di arricchimento.

No, l'impianto che citavo impiegava gi� all'epoca (quando ne lessi le
caratteristiche, quasi vent'anni fa, allorch� mi interessavo di queste
cose) la centrifugazione come metodo privilegiato. Eppure i consumi
erano quelli. Si parlava di centinaia se non di migliaia di centrifughe
per ottenere arricchimenti accettabili in tempi parimenti accettabili.

> A proposito sai qualcosa sull arricchimento
> isotopico al laser?Si dice che,oltre ad essere ancora pi� economica rispetto
> alla centrifugazione,sia una tecnologia estremamente compatta (tale da
> stare,appunto,in una cantina..)

La conosco solo di nome... Sempre all'epoca era una tecnologia proposta
allo studio. E non me la ricordo affatto come una tecnologia "compatta";
pu� esserlo forse rispetto ad altri metodi che si possono usare in
laboratorio ma, dal punto di vista industriale, non �, al pari di ogni
altro impianto nucleare industriale, "clandestinizzabile" in alcun modo.
Se pu� rassicurare: a meno di non disporre di plutonio gi� lavorato e
"pronto all'uso", la possibilit� di "costruire in cantina" una bomba
atomica da parte di qualunque genere di malintenzionati appartiene
ancora oggi, fortunatamente, al mondo dei sogni. Il fatto che per
costruire e possedere ordigni nucleari servono ancora oggi mezzi e
investimenti massicci all'inverosimile non �, in prospettiva, un granch�
come garanzia contro la proliferazione nucleare ma � al momento l'unica
che abbiamo veramente. Che la sorte ce la conservi il pi� a lungo
possibile!

D'altra parte vi � stato un periodo, subito dopo il crollo dell'URSS, in
cui sarebbe stato possibile a tali gruppi procurarsi praticamente dei
"kit" gi� pronti all'uso per assemblare bombe. Ci sono stati diversi
indizi che in quel periodo, volendo, le MAFIE legate al traffico di armi
e droga avrebbero potuto venire in possesso di alcuni ordigni nucleari a
mo' di "garanzia di pagamento". Opportunamente non se ne fecero niente
(altrimenti avrebbero fornito il destro per spazzarli via dalla faccia
della terra... e furono abbastanza avveduti da rendersene conto in tempo
e disinteressarsi di tutta la faccenda: era, per amara fortuna, un gioco
molto pi� grosso e pericoloso di loro). Questo per dire che, per
tutelarsi dai rischi di proliferazione nucleare non � sufficiente
sorvegliare gli aspetti "tecnici" ma occorre - e in misura ben maggiore
credo - sorvegliare strettamente anche quelli POLITICI ed economici.
Ed � doveroso ricordare che se India, Pakistan e Israele (il Sudafrica �
un discorso a parte visto che, salvo dettagli minori, � potuto arrivare
al possesso di bombe nucleari praticamente grazie a una fornitura
"chiavi in mano" da parte degli israeliani... di cui gli americani erano
perfettamente al corrente) sono potuti entrare nel "club nucleare" �
perch� chi a livello internazionale doveva sorvegliare il tutto o ha
fatto finta di non capire oppure ha platealmente guardato da un'altra
parte.

Inoltre, se qualcuno vuole gettare scompiglio nella societ� non �
affatto necessario arrivare a costruire una bomba atomica: basta
procurarsi delle scorie nucleari ben attive, infilare il tutto in
qualche contenitore e abbandonarlo nel bel mezzo di qualche centro
abitato, eventualmente facendolo esplodere con mezzi convenzionali per
disperderne il contenuto nei dintorni. Alcuni gruppi terroristi russi
hanno imbastito attentati concepiti esattamente in questo modo
(fortunatamente, a quel che se ne sa, sventati per tempo).
I danni materiali sarebbero con tutta probabilit� irrisori... ma
immaginati che una cosa del genere accada per esempio in piazza Duomo a
Milano, costringendo a dichiarare inabitabile e a bonificare un'area
grande quanto il suo centro storico, e avrai un'idea dei problemi enormi
che pu� scatenare un evento del genere, attuato con mezzi di gran lunga
pi� modesti di quelli occorrenti a dotarsi di un ordigno nucleare.
>
> > E' sufficiente acquistare un reattore adatto, farlo andare per un paio
>
> Adatto vuol dire non uno ad acqua leggera,come quelli che abbiamo in Europa
> (e che magari sia ricaricabile a ciclo continuo,affinch� non si lasci
> denaturare il Pu 239 dal 241)?

Mi sono espresso male inserendo quell' "adatto". Opportunamente gestito,
QUALUNQUE reattore nucleare � adatto a produrre plutonio. Certo non lo
producono tutti con la stessa efficienza ma lo producono tutti, almeno
se si utilizza come combustibile di base l'uranio. La chiave per
ottenere plutonio da un reattore sta, pi� che in altre cose, nella
gestione dei tempi e delle potenze di esercizio del reattore. Esiste una
curva di bruciatura del combustibile che, se interrotta al momento
opportuno, consente di ricavare plutonio "utile" a fini militari senza
(relativamente) grossi problemi - ed � la tecnica che, a quel che se ne
sa, hanno utilizzato, tra gli altri, gli israeliani. Dal punto di vista
economico � uno spreco bello e buono in quanto il combustibile viene
utilizzato solo per una parte della sua vita utile... ma queste sono
ovviamente considerazioni secondarie per i militari.

Ne aprofitto anche per riportare una precisazione che mi fecero una
volta a proposito del furto puro e semplice di una testata nucleare
MODERNA. Se anche ci riuscissero, il possesso di una testata del genere,
a meno che non sia armata e pronta all'uso (il che equivarrebbe ad
essere alle soglie di un imminente conflitto nucleare...) �, dal punto
di vista pratico, pericoloso quanto il possesso di una bottiglia di
acqua minerale (bhe, non proprio...), cio� il massimo che ci si pu� fare
� giusto tirarla in testa a qualcuno (da qui il nome! :-).
Esse sono costruite in modo da non poter divenire in alcun modo
"spontaneamente" critiche a meno di non inserire gli inneschi opportuni
(che andrebbero rubati a parte e che sono, secondo quanto mi dissero,
ancor pi� sorvegliati delle stesse testate - e ci mancherebbe!).

Insomma, se mi si permette una parafrasi, come sono tante le vie del
Signore, lo sono altrettante quelle del diavolo e dell'inferno... molte
indirette ma non per questo meno pericolose delle dirette.

Ciao!
Piercarlo
 
Received on Sun May 16 2004 - 10:17:13 CEST

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