Alessandro ha scritto:
> Ciao a tutti, mi � sorta una domanda un po' strana: perche la tensione
> di rete � a 50Hz?
> Ci sono delle ragioni storiche, tecniche, o � frutto del caso? (tipo
> il primo apparecchio costruito andava a 50 Hz, quindi di conseguenza
> si � adattata la rete ...)
Franco ha scritto:
> Penso che l'unico vincolo serio fosse scegliere una frequenza tale che
> l'occhio non percepisse lo sfarfallio nelle lampadine; quindi
> senz'altro piu' di 20 Hz ma anche 30 per avere margine, Per il valore
> preciso, sempre che non sia cauale, dei motivi potrebbero essere che
> 1) il 50 e' un numero facile da utilizzare nelle formule sia al
> numeratore che al denominatore, e 2) trasportato in giri/minuti
> produce un risultato pulito come 3000.
Guarda che la frequenza delle luce emessa dalle lampade a
incandescenza e' doppia di quella di rete...
I vincoli sono altri: vedi dopo.
> I problemi veri sono nati quando si cercava di collegare fra di loro
> questi sistemi. Erano necessari dei convertitori rotanti che
> convertissero una frequenza in un'altra. Quando poi l'impianto
> diventava obsoleto e veniva sostituito, si adeguava al resto della
> frequenza del sistema.
> ...
> In europa invece la normalizzazione e` cominciata dalla germania: a
> cavallo di fine 800 inizi 900, una delle societa` elettriche che
> alimentava berlino aveva cominciato una opera di espansione comprando
> i vari produttori indipendenti e convertendo le loro centraline di
> produzione (per lo piu` a vapore) in sottocentrali di trasformazione:
> in questo modo la sua frequenza (50 Hz) veniva diffusa sempre di piu`.
A me pare di ricordare che in Italia una rete unificata sia
relativamente recente, forse anni '60.
In precedenza le varie societa' produttrici e distributrici adottavano
tensioni diverse e forse anche frequenze diverse.
Non ci giuro, ma mi sembra che a Roma la frequenza prima della guerra
(e forse anche un po' dopo) fosse 42 Hz.
Sicuramente questo numero non me lo sono sognato...
Da ragazzo imparai perecchie di queste cose su un libro di
elettrotecnica per ITI, che purtroppo e' andato perduto non so quando.
Delo ha scritto:
> Il mio docente di laboratorio dice che � un problema delle turbine e
> dei trasformatori nelle centrali. Se non mi sbaglio, � difficile far
> girare oggetti cos� grossi a frequenze pi� alte. Confermatemi questa
> cosa.
Non c'e' bisogno di farli girare a frequenza cosi' alte: vorrei vedere
uno di quei bestioni, capaci di produrre una potenza di decine di MW,
girare a 3000 giri/min.
Le macchine multipolari esistono da ben piu' di un secolo...
Il problema e' un altro: le perdite per isteresi crescono
proporzionalmente alla frequenza, e quelle per correnti parassite col
quadrato. Questo obbliga a un compromesso.
Dico un compromesso perche' viceversa la sezione di ferro nesessaria
per avere una certa f.e.m. indotta e' inversamente prop. alla
frequenza, per cui ad es. e' sicuramente svantaggioso per un
trasformatore lavorare a frequenza bassa.
Ho un vago ricordo che i generatori negli aerei un tempo (non so ora)
fossero a 400 Hz, credo proprio per avere congegii piu' leggeri, anche
se a scapito del rendimento.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Thu Apr 29 2004 - 21:36:43 CEST
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