Re: L'esperimento di Michelson è ancora oggi valido?

From: Arcobaleno <arcobalenocolorato_at_freemail.it>
Date: Mon, 23 May 2011 12:35:14 -0700 (PDT)

On 22 Mag, 09:08, Paolo Bellia <paol..._at_videobank.it> wrote:
> Il 21/05/2011 21:37, Enrico SMARGIASSI ha scritto:
>
> > Penso di aver spiegato perche' invece ribadisco le mie affermazioni.
>
> Sono d'accordo con Enrico.
>

Einstein non � partito da alcun dato sperimentale come tutti noi
possiamo leggere
nella memoria del 1905.

Einstein si limita a dire che la velocit� della luce � una costante
che non dipende
dal moto della sorgente.

E prima di dire questo asserisce che le leggi della fisica devono
essere valide in tutti
i sistemi di riferimento inerziali dove sono valide le leggi della
meccanica.

E' una questione di principio la sua che non ha alcuna base
sperimentale.

Siamo allo stesso identico livello del primo principio di Newton, che
non ha alcuna
base sperimentale: non mi risulta che Newton fosse stato nello spazio
vuoto
a vedere come si comporta un corpo lasciato a se stesso:)

Allo stesso modo non mi risulta che Einstein avesse svolto
l'esperimento che fu di Michelson
ispirato da Maxwell sull'etere.

Neppure mi risulta che Einstein facesse riferimento all'esperimento di
Michelson.

Quindi sinceramente(e senza alcuna vena polemica) faccio moltissima
fatica a seguire
il ragionamento sia tuo che di Enrico Smargiassi.
Entrambi sembrate dimenticare il fatto che prima ancora che una
questione sperimentale questa
fu una questione sui principii basilari della fisica.

Anche nella memoria del 1916 Enstein continuer� questa sua operazione,
facendo notare
un difetto epistemologico innato sia nella meccanica di Newton che
perfino nella sua precedente
RR.

Inoltre, Einstein si rende conto che non ha senso privilegiare un
sistema di riferimento solo perch�
� inerziale, e spiega che anche un sistema di riferimento che cade in
un campo gravitazionale
� da considerarsi identico ad un sistema inerziale: cosa che ti ho
riportato nell'altro thread su
free it scienza fisica con le stesse parole di Einstein.

Inoltre, aggiungo che secondo le idee di Einstein non serviva e non
serve alcun esperimento
del tipo Michelson(anche nel vuoto) per confermare la sua teoria.

Se mai dovessimo misurare una velocit� superiore a c solo perch�
andiamo a sommare a c la velocit�
del sistema di riferimento ecco che quello � solo un modo errato di
applicare le formule per la
trasformazione. Basta applicare le formule giuste e nulla cambia.

In conclusione Einstein si rende conto della relativit� del tempo, del
problema della simultaneit�
e soprattutto nota che la velocit� della luce non � una delle tante
velocit� che magari hanno
i pianeti o le stelle ma � qualcosa di particolare.

La particolarit� sta nel fatto che la luce si propaga da un pianeta e
raggiunge la Terra ed impiega
un tempo ben preciso che pu� anche essere calcolato.
Inoltre la luce parte anche dal Sole e raggiunge la Terra e la
velocit� � la stessa.

Non si capisce per quale motivo la velocit� della luce dovrebbe
cambiare visto che neppure
incontra ostacoli particolari.

Onda o corpiscolo che sia, per Einstein si tratta di un fenomeno
fisico che permette di "connettere" i corpi
celesti tra di loro: l'altra entit� � la forza gravitazionale di cui
si occup� in seguito.

La luce quindi diventa un assoluto, qualcosa che unifica l'intero
universo, � un po' alla stessa
stregua della materia se si vuole.

Sia le caratteristiche cinematiche che dinamiche (ma soprattutto le
propriet� fisiche della luce) ne
fatto un fenomeno fisico che DEVE essere lo stesso ovunque
nell'universo.

Questo fenomeno fisico che connette i pianeti e le stelle tutte,
permette il calcolo di distanze
perch� "informa" l'osservatore lontano anni luce.

Non c'� alcun motivo valido per Einstein di pensare il contrario
proprio come Galileo e Newton non avevano
alcun motivo di dubitare del principio di inerzia.

Una volta assunti questi due principii(che qui ho provato a motivare
ulteriormente per poter condividere la scelta del grande scienziato
onde evitare di accettare le scelte altrui come atti di fede) ecco che
tutto ne discende con profonda naturalezza ed eleganza.

Ciao
A.
Received on Mon May 23 2011 - 21:35:14 CEST

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