ansiagorod_at_pirlmail.com ha scritto:
> Grazie per essere comunque intervenuto perché altrimenti non avrei mai
> saputo che la spiegazione non è quella che avevo ipotizzato.
Posso forse tentare di approfondire un pochino la questione, provando a
spiegare (in parte) che cosa c'è che non va in quella voce di
wikipedia.
Per comodità ricopio la frase:
> Radar signals passing near a massive object take slightly longer to
> travel to a target and longer to return than they would if the mass
> of the object were not present. The time delay is caused by
> spacetime dilation, which increases the time it takes light to
> travel a given distance from the perspective of an outside observer.
E' dfficile accorgersene, ma uno si deve chiedere: che cosa vuol dire
"impiegano un po' più tempo di quello che impiegherebbero se la massa
dell'oggetto non ci fosse"?
Uno viene indotto a pensare questo: la sorgente e il riflettore stanno
in certi posti.
Confrontiamo la situazione quando la massa non c'è e quella quando
c'è, *a parità di altre condizioni* e troviamo una differenza.
Ma questo confronto non è possibile!
Subito dopo c'è scritto:
> The time delay is caused by spacetime dilation,
cosa che non ha alcun senso, per più ragioni.
Che vuol dire "dilatazione dello spazio-tempo"?
Di nuovo vuol far pensare che ci sia uno spazio-tempo indisturbato, con
dentro la Terra e Marte, e poi ci si aggiunge il Sole, che lo
"dilata".
Ossia, allontana i due pianeti? "Dilata" il tempo?
Impossibile capirlo.
Se uno sa che cos'è uno spazio-tempo curvo, può rendersi conto che
queste parole non rendono affatto l'idea della situazione.
Se uno non lo sa (e sono la larga maggioranza, e non ne hanno nessuna
colpa) senza neppure accorgersene traduce quelle parole in qualcosa
che possa sembrare sensato nell'ambito della sua esperienza.
Purtroppo quell'esperienza non contiene niente che possa minimamente
riferirsi a situazioni come quella, quindi lo sforzo può solo produrre
*l'illusione* di aver capito.
Poi ci si mette anche Shapiro, che dice tutt'altra cosa:
> the speed of a light wave depends on the strength of the
> gravitational potential along its path
"La velocità della luce dipende dal potenziale gravitazionale."
Qui c'è un altro trabocchetto, e non so se Shapiro ci caschi senza
accorgersene o lo faccia sperando di essere più chiaro.
Questo modo di esprimersi non è raro. Spec. in tempi passati era
facile trovarlo anche su libri rispettabilissimi.
Purtroppo nella misura in cui è giusto è del tutto privo di utilità,
perché si riferisce a una definizione di velocità priva di significato
fisico.
E' una delle caratteristiche della RG di averci forzati a capire che
per lo spazio-tempo si possono usare sistemi di coordinate del tutto
arbitrari.
Qualunque tipo di coordinate va bene e la scelta di solito sta nella
maggiore o minore semplicità dei calcoli che comporta *per un dato
problema*.
Perciò se in un dato caso adotto delle coordinate tra cui ce ne sono
due che si chiamano r e t, e definisco dr/dt "velocità", non dico niente
di sbagliato, a patto che sia chiaro a me e soprattutto a chi mi legge
che quella velocità non si misura con gli strumenti.
Fatti i miei calcoli, debbo tradurre il risultato in grandezze
misurabili, e una velocità misurabile non sarà quasi mai quella dr/dt.
Quindi se i calcoli dimostrano che quella "velocità" per la luce
dipende dal potenziale gravitazionale, faccio molto male a scrivere
che "la velocità della luce dipende dal potenziale gravitazionale".
Ed è proprio l'errore che Shapiro commette.
Il che non vuol dire che il suo calcolo sia sbagliato, perché lui sa
come tradurre quel risultato in una grandezza osservabile, che non è
affatto la velocità, ma solo il tempo di andata e ritorno.
E anche qui ci sarebbe da dire...
Qunado preparai quelle lezioni che ho indicato, ricordo che feci un
bel po' di fatica per trovare il modo di raccontare le cose senza
trarre in ingann gli studenti, anzi fornendo loro il corretto
approccio per fare il calcolo e per esprimere il risultato in termini
di grandezza misurabili.
Ho la presunzione di dire che questo modo di presentare le cose non è
frequente.
E purtroppo non è alla portata di chi non abbia solide basi, che nel
mio corso cercai di dare lavorando prima su esempi più semplici.
Il che non vuol dire che quel corso sia alla portata di molti...
Ci vuole un solido bagaglio matematico, ma anche una maturità fisica
che non tutti gli studenti raggiungono durante il corso di laurea.
Qui il discorso potrebbe diventare più lungo, ma preferisco
fermarmi...
--
Elio Fabri
Received on Sat Jul 25 2020 - 21:18:04 CEST