Michele Andreoli wrote:
> Questo invece lo trovo ragionevole, ma in fondo un po' inquietante.
> Che i teoremi della Fisica debbano dipendere con continuita' dalla
> ipotesi, allontana parecchio la Fisica dalla Matematica, e non mi
> piace.
Ciao, invece credo che sia _profondamente_cosi' e che quindi la fisica,
da questo punto di vista sia _molto lontana_ dalla matematica.
Ed e' alla fine un mistero, almeno per me (ma sono in buona compagnia,
es.Wigner) la ragione del successo della matematica in fisica.
>>P.S. Allora perche' certe persone, come il sottoscritto, passano
>>parte della loro tempo da ricercatore a formalizzare matematicamente
>>le teorie fisiche?
>
>
> Perche' fare l'inverso e' piu' difficile; e perche', per lo stupendo
> lavoro che fai, ti pagano anche :-)
In ogni caso, passo piu' tempo a fare l'inverso, cioe'
a cercare di produrre fisica teorica nuova (usando tanta matematica).
Il lavoro di formalizzazione lo faccio molto spesso in connessione
nell'attivita' didattica, anche se alla fine le cose di ricerca
ci mettono lo zampino...
> Cerco di tradurmi con parole mie. Cosa vuoi dire esattamente con
> "distingue cio' che e' fisica da cio' che e' matematica"? Vuoi dire
> separare nettamente le Ipotesi dalle Leggi? Se e' cosi', mi piace.
> Vale anche per fare "buona" matematica, in fondo.
Si... vuol dire capire cosa e' una proposizione fisica, cosa e'
una deduzione matematica, cosa stiamo assumendo come fisicamente
certo, quali proposizioni sono logicamente legate oppure fisicamente
legate senza pero' vedere un'implicazione logica ecc...
Poi mi preoccupo di tradurre in matematichese appropriato
ogni richiesta fisica della teoria. Uno non puo' immaginare
quanto e' fine il linguaggio matematico per descrivere i piu'
sottili concetti fisici. Se si conosce abbastanza bene
la matematica si arriva a capire che, come ho scritto sulle mie dispense
sui fondamenti matematici della meccanica quantistica che ho quasi
finito di scrivere:
"la Matematica in Fisica e' come il maiale: non si butta mai via niente."
Normalmente il pensiero fisico e' piu' potente di quello matematico:
quando si imbrocca l'idea fisica giusta la matematica le corre dietro
che e' un piacere. Quando l'idea fisica e' confusa o sbagliata la
matematica zoppica e procede in modo incerto.
Per questo motivo, se uno ha un potente intuito fisico, della matematica
se ne puo' infischiare abbastanza facendo fisica. In certi casi
l'intuito fisico e' tanto forte che uno riesce a produrre nuove
idee matematiche senza essere un matematico...
>
> Mi sembra di capire, dall'insieme dei tuoi post, che sei per non
> mescolare i due piani, quello fisico e quello matematico.
Secondo me si, io cerco di tenere distinti i piani cercando
di descrivere la fisica con la matematica appropriata, ma senza
"raccontarmela":
bisogna sapere quando si sta facendo una pura ipotesi matematica
che non e' supportata dalla fisica (come nel caso delle funzioni
differenziabili di cui parlavamo)...
Comunque e' questione di gusti e di indole, per me usare tanta
matematica in fisica e' bello e gratificante: io sono un fisico matematico.
Ciao, Valter
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Valter Moretti
Faculty of Science
Department of Mathematics
University of Trento
Italy
http://www.science.unitn.it/~moretti/homeE.html
Received on Wed Mar 10 2004 - 12:47:57 CET