Re: Motori in violazione della quantità di moto
Elio Fabri wrote:
> Riesce quindi difficile, specialmente quando si resta in un ambito
> di fenomeni gia' ampiamente conosciuti e studiati, accettare che da
> qualche parte si possa essere nascosta una "eccezione alla regola".
Il fatto che un fenomeno e' ampiamente conosciuto e studiato, non
scoraggia il genio dilettante, anzi: ne alimenta le mire (vedi John
Nash, ad es). E qualche volta egli e' nel giusto, come nel caso che
riporto. E' tratto dalla storia della Matematica (io comunque, sono
un fisico), ma si tratta di quel genere di cose che puo' alimentare
le speranze delle grandi scoperte, anche nel dilettante piu'
sprovveduto.
Da sempre, come per un pregiudizio, abbiamo sempre presupposto come
*ovvio* che per calcolare l'ennesima cifra di un numero come
pi-greco fosse necessario calcolare e memorizzare tutte le cifre che
la precedono. O, per essere piu' precisi, cosi' e' per me! Decine
di algoritmi di calcolo (dalla divisione, all'estrazione della
radice, cosi' come le abbiamo estratte fin dalle medie) mi hanno
preparato al fatale convincimento che per avere le cifre di pi-greco
le devo calcolare progressivamente e memorizzarle ad ogni passo.
E invece, non era nient'altro che un pregiudizio: con un algoritmo
perfettamente alla portata e' possibile ottenere direttamente la
cifra di posto n, lavorando in base 16. E questo a causa del fatto
(puramente eccezionale? vale solo per Pi? non so) che esiste una
serie per Pi molto simile ad una serie di potenze di 1/16. E nessuno,
neanche il grande Gauss, neanche il grande Eulero, se n'erano mai
accorti!
> Voglio dire che se ci fosse una non validita' per la conservazione,
> poniamo della q. di moto, e' assai assai improbabile che questa si
> manifesti solo in casi particolarissimi, ma che non si distinguono
> per niente di speciale da altri ben conosciuti.
Anche in questo, Mi permetta di fare l'avvocato del diavolo :-) Il
genio-dilettante chiederebbe: e le cose *interessanti* non si
manifestano proprio in casi particolarissimi? E come si fa a sapere
in anticipo che in realta' non si distinguono da altri casi ben
conosciuti? Non potrebbero distinguersi in qualche aspetto ancora
inesplorato? E non potrei, infine, essere io, IO, colui che scopre
per primo la discrepanza e inventa la propulsione non-newtoniana?
I cinesi, ad esempio, avevano un test per la primalita' che era sempre
sembrato infallibile. E invece fallisce, dando risposta affermativa
per n=341. Il fallimento sarebbe dovuto essere improbabile, ad una
prima analisi, dato che 341 non mi sembra un numero cosi' speciale. E
i cinesi dovevano essere della stessa opinione, dato che non si sono
neanche presi la briga di provare la regola per quel numero, a quanto
pare. E invece e' speciale, non foss'altro perche' e' il primo per la
quale fallisce.
Michele
Received on Sun Mar 07 2004 - 00:02:07 CET
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