Re: Motori in violazione della quantità di moto

From: Michele Andreoli <m.andreoli_at_tin.it>
Date: Mon, 08 Mar 2004 15:35:34 GMT

Grazie Valter, sei stato molto chiaro, come al solito. Gli esempi che
hai portato riguardo alla definizione dell'impulso in Meccanica
Quantistica e in Relativita', effettivamente li conoscevo.

Mi hai fatto riflettere quando hai scritto:

Valter Moretti wrote:

> 1) Le forze che agiscono sul sistema sono funzioni invarianti
> per traslazioni di tutto il sistema lungo l'asse X. Questo
> NON implica automaticamente che si conservi l'impulso lungo l'asse
> X: il sistema potrebbe essere sottoposto ad una forza costante
> lungo l'asse X.

Mi e' cosi' naturale, infatti, pensare all'invarianza del potenziale
U(x) e non della forza F(x), che non avevo pensato a questo
controesempio.

> [...] secondo me, nella
> situazione di cui discutevamo non e' il caso di usare questi
> cannoni per uccidere una mosca: la conservazione della quantita' di
> moto e' un fatto meccanico "evidente" nella fisica di tutti i
> giorni, molto piu' del teorema di Noether. Secondo me conviene
> lasciare la discussione a questo livello elementare con chi sostiene
> di avere escogitato un dispositivo meccanico che violi la legge di
> conservazione dell'impulso.

Si, ma loro ti diranno che "della fisica di tutti i giorni" se ne
infischiano, dato che il loro dispositivo meccanico ingloba congegni
"non di tutti i giorni".

> Allora perche'
> le cose funzionano ugualmente anche se, a rigore, siamo fuori dalle
> ipotesi dei teoremi? (E' per questo motivo che le proposizioni
> fisiche e quelle matematiche sono cose profondamente diverse).
> Ti posso dare due risposte possibili:
> (a) perche' le buone teorie fisiche sono "stabili": se cambi un po'
> le ipotesi i teoremi continuano a funzionare in modo "simile".
> (b) certe teorie funzionano (anche se le "dimostrazione
> matematiche" che si fanno in esse sono _fisicamente false_) perche'
> tali teorie sono sottocasi di teorie piu' profonde e piu' "vere", e
> la verita' delle affermazioni della teoria piu' superficiale e' in
> realta' dovuta alla teoria piu' profonda.

Questo invece lo trovo ragionevole, ma in fondo un po' inquietante.
Che i teoremi della Fisica debbano dipendere con continuita' dalla
ipotesi, allontana parecchio la Fisica dalla Matematica, e non mi
piace. E' un po' come dire che se gli zeri della funzione zeta di
Riemann si trovano sulla retta x=0.499999 invece che sulla retta
x=0.5, beh poco male: e' sempre un buon teorema, magari di
applicazione piu' limitata :-)

> P.S. Allora perche' certe persone, come il sottoscritto, passano
> parte della loro tempo da ricercatore a formalizzare matematicamente
> le teorie fisiche?

Perche' fare l'inverso e' piu' difficile; e perche', per lo stupendo
lavoro che fai, ti pagano anche :-)

> Perche' l'atto di formalizzare, almeno per me,
> chiarisce le
> idee ed limiti del modello. Fondamentalmente distigue cio' che e'
> fisica da quello che e' matematica. Questa distinzione, amio parere,
> e' essenziale per poter produrre buona fisica.

Cerco di tradurmi con parole mie. Cosa vuoi dire esattamente con
"distingue cio' che e' fisica da cio' che e' matematica"? Vuoi dire
separare nettamente le Ipotesi dalle Leggi? Se e' cosi', mi piace.
Vale anche per fare "buona" matematica, in fondo.

Mi sembra di capire, dall'insieme dei tuoi post, che sei per non
mescolare i due piani, quello fisico e quello matematico. Se e' a
causa del fatto che il responso finale sulla validita' di una teoria
matematica (per quanto bella) la deve dare l'evidenza sperimentale, e
che l'esperimento non sempre e' possibile, concordo pienamente.

I miei paralleli tra fisica e matematica (vedi posts precedenti), non
avevano lo scopo di negare questo, ma uno scopo piu' limitato, piu'
sentimentale, se vogliamo. Volevo far vedere che in un certo tipo di
ricerca matematica, prima si fa un'ipotesi (ad esempio sulla
distribuzione di certi proprieta', di certe cifre, in certi numeri),
e poi si corre al computer per vedere fino a che punto la legge
ipotizzata e' verificabile numericamente. E che questo modo di
procedere, mi sembrava molto simile al lavoro dei fisici (beh, non
sto parlando di Einstein, ma di fisici "normali", eh)

Infine, dall'osservazione che perfino in Matematica si sono dati casi
di scoperte ritardate di secoli a causa del pregiudizio generale,
deducevo che dobbiamo essere pronti alla comparsa, piu' o meno
periodica, di geni-dilettanti-non-newtoniani che credono di fare la
stessa cosa con la Fisica.

Michele
Received on Mon Mar 08 2004 - 16:35:34 CET

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Wed Sep 18 2024 - 05:10:41 CEST