Mi attacco qui per motivi tecnici. Come gia' detto, rispondo anche al
post su it.scienza nel thread con lo stesso titolo.
luciano buggio wrote:
> In ogni modo dappertutto sta scritto (e fin da bambini ci insegnano) che
> la paternit� della *scoperta*, dell''*intuizione* della "gravitazione
> universale", � di Newton.
Che la ricostruzione storica della scienza (e non solo la ricostruzione storica) lasci parecchio a desiderare, al di fuori dei trattati specifici, non si scopre ora.
Ma non mi sembra che stiamo parlando di questo.
> L'intuizione della gravitaizione universale � qualitativa,
E infatti non basta a fare una teoria. Si parlava del credito da dare a
chi inventa una teoria, ricorda. Tu, semplicemente, non ti rendi conto dell'abisso che c'e` tra avere un'intuizione ed elaborare una teoria. Nel caso di Newton, in piu', c'era da costruire un'intera dinamica, cosa che Hooke non fece (e probabilmente non era in grado di fare).
> In particolare l'intuizione della legge dell'inverso del quadrato �
> marginale nel nostro discorso, e Hooke poteva anche non averla azzardata,
Non e' affatto marginale, perche' proprio a quella mi riferivo (l'argomento
l'ho introdotto io, ricorda). Ed era di quella che Hooke rivendico',
invano, la paternita'.
> Nemmeno il genio costa nulla: un'idea geniale di solito non costa fatica e
> studio, perch� viene cos�, magari mentre dormi o sei rilassato,
Visione romantica e falsa della scoperta: le idee geniali vengono magari mentre
uno e' a pescare o passeggia con la moglie, ma *dopo* che ha fatto un gran lavoro di comprensione e studio dell'argomento. A Kekule' l'idea della struttura del benzene venne
in sogno, ma lui sulle strutture molecolari ci aveva lavorato per anni. Naturalmente, le idee balorde possono venire a chiunque.
> Se poi Hooke � passato alla storia per esser stato poco pi� di un bravo
> orologiaio [...]
> ci devono essere delle ragioni diverse da quelle che dici tu,
Perche' volendo troppo (la paternita' dell'intera teoria) perse la diatriba
e non strinse nulla, nemmeno quello a cui poteva legittimamente aspirare: cioe' il principio
della scomposizione dei moti di cui parla Bernard Cohen. Nota che Newton non era uno che prendesse tutto il merito per se', visto che nei Principia da' a Galileo persino piu'credito del dovuto nell'elaborazione delle leggi della dinamica (dice che le prime due sono di G.).
E bada che tutto questo lo dice Cohen stesso: che non si sogna minimamente di dire che Hooke meritava piu' di Newton, anzi!
> perch� se la tua fosse una legge generale, non si spiegherebbero i casi in
> cui � stata riconosciuta la paternit� di un'idea anche se poi altri
> l'hanno dimostrata matematicamente
Fammi qualche esempio. Di fisica teorica, ovviamente.
> Supponiamo,**per assurdo**, se vuoi, che un matematico, di nome Tizio,
> [...] trovi che � corretta, [...] quella teoria passerebbe alla storia
> come la teoria di Tizio?
Lasciando perdere il fatto che e' molto molto improbabile che la teoria sopravviva intatta alla formalizzazione, penso proprio di si'. Tu saresti un precursore, conosciuto solo da chi si interessa di storia della fisica.
> fosse stato Newton a intuire l'unificazione tra i corpi che cadono e
> quelli che orbitano, a scomporre cio� l'orbita dei pianeti in moto
> centripeto e moto tangenziale.
L'identificazione di questi due concetti mi sembra dubbia. Io trovo che siano due cose distinte. La scomposizione di cui parli e' uno strumento, importantissimo certo, ma uno dei tanti necessari per la teoria. Che l'abbia trovato Hooke cambia poco: nessuno inventa tutto da solo. Ripeto: tu non ti rendi conto dell'abisso che c'e` tra avere un'intuizione ed elaborare una teoria.
> devi ammettere che Newton fu solo uno zelante e bravo contabile.
A questo rispondo con le parole sarcastiche dello stesso Newton:
"I matematici che trovano, sistemano, e fanno tutto il lavoro devono accontentarsi di essere [considerati] null'altro che semplici calcolatori e manovali; e un altro, che non fa null'altro tranne che far finta di aver capito tutto, deve prendersi tutte le scoperte, sia quelle che lo seguiranno oltre che quelle che lo hanno preceduto".
Il riferimento al "fare finta" [pretend] e' al fatto che Hooke non aveva capito appieno quello che diceva: sosteneva per esempio che la legge 1/r^2 portasse a conseguenze in contrasto con le leggi di Kepler. E questo avrebbe portato al rifiuto dell'intero nuovo sistema, se Newton non ci avesse fatto i conti corretti sopra e dimostrato che Hooke si sbagliava, e che le leggi di K. erano una conseguenza della nuova dinamica. Come vedi, la matematica e' anche un potente meccanismo logico e creativo.
Piu' in generale, il fatto e' che uno scienziato non si distingue dal filosofo o dal mistico per quello che crede, ma dal perche' lo crede. Lo crede perche' spintovi da "sensate esperienze e certe dimostrazioni": sono queste a differenziare le credenze scientifiche da quelle che non lo sono. Pertanto quello che rende un uomo uno scienziato e non un visionario e' il fatto che puo' dimostrare le sue idee. Kepler ebbe tante intuizioni, ma solo le sue tre leggi entrarono a far parte della scienza, perche' pote' dimostrarle.
Dando all'aspetto matematico-dimostrativo un posto secondario, tu neghi cio' che e' caratterizzante della fisica, ed in generale della scienza, e mostri di non avere capito cosa sia.
> ****La cosa che nessuno pu� negare, �, se le cose stanno cos�, che ci sono
> sempre state raccontate delle menzogne.***
Vedi all'inizio di questo post: tu scopri di avere letto ricostruzioni inadeguate degli eventi e supponi che si tratti di una cosa voluta. Renditi conto che non e' cosi'.
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Enrico Smargiassi
http://www-dft.ts.infn.it/~esmargia
Received on Wed Feb 25 2004 - 19:55:02 CET