Re: digitale ed analogico
"Alex" <il_raggio_di_sole_at_virgilio.it> ha scritto:
>Tre domande:
>
>1) per analogico (o digitale) si intende un segnale o grandezza che veicola
>informazione e che � continuo: ma in cosa? Nel tempo, nello spazio, nella
>sua ampiezza, ecc?
Perch� dovrebbe essere continuo? Normalmente la continuit� � un
requisito solo per i segnali analogici e spesso neanche in senso
stretto. Ad esempio nei segnali televisivi analogici ci sono dei
brevi intervalli per permettere al fascio di elettroni dei tubi
catodici di tornare al margine superiore.
Per i segnali digitali la discontinuit� � la norma, direi.
>2) Esistono grandezze fisiche che nel tempo variano in maniera discontinua?
>Parlo in riferimento alla sola fisica classica.
No, che io sappia nella fisica classica � tutto continuo, per lo
meno finch� non si arriva al livello degli atomi o elettroni. Ad
esempio la carica elettrica non pu� essere inferiore a quella di
un singolo elettrone e varia con i multipli di questa. Ma
normalmente, a livello macroscopico si ha a che fare con quantit�
di carica elettrica che, in pratica, sono continue.
>3) E' corretto dire che la frequenza pu� essere una grandezza digitale in
>senso spaziale (penso a due superfici colorate in maniera differente
>sovrapposte ed al "salto" di frequenza che le onde elettromagnetiche
>riflesse fanno nel passare dal primo corpo al secondo) o, per tornare al
>primo quesito, la continuit� dei fenomeni analogici deve essere riferita
>solo al tempo ed alla loro ampiezza?
Secondo me stai facendo una confusione enorme. I segnali digitali
viaggiano sulle onde radio con metodi di modulazione che
rimangono comunque analogici: modulazione di ampiezza, di
frequenza, di fase, ed altri ancora. Quello che cambia � il modo
in cui i segnali vengono trattati.
Ad esempio nella modulazione di ampiezza il ricevitore legge
l'ampiezza dell'onda ricevuta e, tolta la portante, riproduce
quell'ampiezza su un altoparlante. Cos� l'ampiezza dell'audio
varia IN MANIERA ANALOGA all'ampiezza della modulazione radio.
Nell'audio digitale, invece, vengono raccolti dall'onda radio una
serie di variazioni (pur sempre analogiche) che rappresentano
per� i singoli bit di informazione. Ammesso che siano 16 per
campione, dopo che sono stati letti 16 bit, questo NUMERO
rappresenta l'ampiezza del suono in un determinato istante e
viene riprodotta questa ampiezza sull'altoparlante.
I vantaggi sono enormi: minore sensibilit� ai disturbi, trasporto
pi� preciso e senza errori dell'informazione, riproduzione senza
degrado da un supporto all'altro, ecc. ma qui il discorso sarebbe
lungo.
>4) leggo che ad esempio un libro � un dispositivo digitale percho composto
>da elementi discreti finiti, ecc: ma in che senso? Non andrebbe individuata
>una grandezza fisica a cui applicare la definizione di analogico o digitale?
>
Nel senso che in un libro ci sono infinite macchiette nere su
fondo bianco, ma l'elaborazione che tu ne fai consiste
nell'interpretarli come una serie di "caratteri", rappresentanti
ognuno una lettera di un certo alfabeto. Sono questi gli elementi
discreti.
p.s. sei di sinistra, vero?
Received on Wed Feb 25 2004 - 18:14:37 CET
This archive was generated by hypermail 2.3.0
: Fri Nov 08 2024 - 05:10:26 CET