Enrico SMARGIASSI ha scritto:
> luciano buggio wrote:
> [gravitazione universale]
> >****Newton non ebbe quell'intuizione qualitativa****, la ebbe unaltro,
> >
> Guarda che lo so benissimo:
Sei uno dei pochissimi. Non so quante persone (addetti e non) lo sappiano.
In ogni modo dappertutto sta scritto (e fin da bambini ci insegnano) che
la paternit� della *scoperta*, dell''*intuizione* della "gravitazione
universale", � di Newton.
>. L'intuizione
> della legge dell'inverso del quadrato, che peraltro e' gia' matematica a
> sufficienza, non era peraltro un segreto tra Newton e Hooke, lo sapeva
> per lo meno anche Halley e probabilmente un po' tutti quelli dell'ambiente.
L'intuizione della gravitaizione universale � qualitativa, e l'inverso del
quadrato della distanza non le � essenziale in quanto tale, potrebbe anche
non valere (e valere un'altra legge)
In particolare l'intuizione della legge dell'inverso del quadrato �
marginale nel nostro discorso, e Hooke poteva anche non averla azzardata,
non essendo necessaria all'intuizione dell'"unificazione" contenuta
nell'affermazione che i corpi cadono per una dinamica che � la stessa per
cui orbitano, intuizione, questa, che solitamente viene a torto attribuita
a Newton.
In tutto il tuo reply (e anche nel link che hai segnalato) fai riferimento
solo alla legge dell'inverso del quadrato (che appartiene alla
contabilit�, all'espressione quantitativa) e glissi sul vero significato
della scoperta della gravit�.
> La lezione di questa faccenda e' chiara: il merito venne dato a Newton,
> e non ad Hooke, perche' Newton pote' dimostrarla, e Hooke no. E
> giustamente: parlare non costa nulla, dimostrare costa fatica.
Nemmeno il genio costa nulla: un'idea geniale di solito non costa fatica e
studio, perch� viene cos�, magari mentre dormi o sei rilassato, o mentre
ripari un orologio o una credenza.
Costa un mare di fatica invece fare i conti, bisogna saperlo fare, avere
studiato, magari costruire nuovi strumenti matematici, come ha fatto
Newton.
Per me la morale della favola, la "lezione della faccenda", lasciando
aperta la diatriba su chi si debba prendere il merito di una scoperta, �
che Hooke � un genio e Newrton un bravo matematico.
Se poi Hooke � passato alla storia per esser stato poco pi� di un bravo
orologiaio (compatt� gli orologi sostituendo il bilanciere al pendolo, in
modo che da allora non si dovette pi� telefonare a casa per farsi dire
l'ora) ci devono essere delle ragioni diverse da quelle che dici tu,
perch� se la tua fosse una legge generale, non si spiegherebbero i casi in
cui � stata riconosciuta la paternit� di un'idea anche se poi altri
l'hanno dimostrata matematicamente (in particolare lo ha fatto un'equipe
di contabili, o un calcolatore meccanico o elettrico).
O secondo te questo non � mai successo?
Per concludere, visto che questo � il gioco (e l'hai cominiciato tu,
chiedendo un raffronto tra le mie presunzioni e il corretto comportamento
di Newton) vorrei, per mettere alla prova la "moralit�" dell'attribuzione
del merito a chi dimostra matematicamente, perch� costa fatica, porti una
domanda, alla quale per� ti prego di rispondere seriamente.
Supponiamo,**per assurdo**, se vuoi, che un matematico, di nome Tizio,
trovando la mia teoria interessante (o magari perch� lo pago), si presti a
verificarla matematicametne, e trovi che � corretta, che riproduce il
formalismo della MQ e che spiega meglio i fenomeni noti e ne predice di
nuovi, e naturalmente ed inevitabilmente la limi e la sviluppi anche
qualitativamente.
Dal momento che, come qui sempre mi si dice, il mio � solo un parlare che
non costa nulla, un blaterare, quella teoria passerebbe alla storia come
la teoria di Tizio?
Grazie per la risposta.
Ciao.
Luciano Buggio
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse_at_newsland.it
Received on Fri Feb 20 2004 - 16:28:19 CET