Re: digitale ed analogico
"Alex" <il_raggio_di_sole_at_virgilio.it> ha scritto nel messaggio
news:NAOYb.337232$_P.11587935_at_news4.tin.it...
> Tre domande:
>
> 1) per analogico (o digitale) si intende un segnale o grandezza che
veicola
> informazione e che � continuo: ma in cosa? Nel tempo, nello spazio, nella
> sua ampiezza, ecc?
Ti ha gia' risposto Enrico
>
> 2) Esistono grandezze fisiche che nel tempo variano in maniera
discontinua?
> Parlo in riferimento alla sola fisica classica.
Anche qui Enrico ti ha fornito esempi chiarificatori
>
> 3) E' corretto dire che la frequenza pu� essere una grandezza digitale in
> senso spaziale (penso a due superfici colorate in maniera differente
> sovrapposte ed al "salto" di frequenza che le onde elettromagnetiche
> riflesse fanno nel passare dal primo corpo al secondo) o, per tornare al
> primo quesito, la continuit� dei fenomeni analogici deve essere riferita
> solo al tempo ed alla loro ampiezza?
No, la frequenza puo' essere variata con continuita' cosi' come l'ampiezza e
si presta bene a rappresentazioni analogiche come digitali.
>
> 4) leggo che ad esempio un libro � un dispositivo digitale percho composto
> da elementi discreti finiti, ecc: ma in che senso? Non andrebbe
individuata
> una grandezza fisica a cui applicare la definizione di analogico o
digitale?
Ecco lo spunto giusto.
a) Raffaello fece un bel quadro, un suo allievo lo copi� il pi� fedelmente
possibile, un'altro copi� la copia della copia e cosi' via. E' facile
intuire che a ogni copia ci si allontana sempre piu' dall'originale. Un po'
come la copia delle chiavi che, dopo un po' di copie delle copie, non
funzionano piu'. Nel caso di Raffaello, le copie, date le infinite varianti
di ogni pennellata, non possono che copiare anche gli errori e ovviamente
aggiungerne. L'informazione analogica (caratterizzata da infiniti stati
possibili) e' quindi destinata ad accumulare gli errori.
Copiare una musicassetta analogica piu' volte altera il suono e aumenta il
fruscio.
b) Dante scrisse la Divina Commedia. Essa fu immediatamente copiata (a mano
a quei tempi) uno sterminato numero di volte, ma, a differenza delle
pennellate di Raffaello, che potevano essere ovunque e con infinite nuances
di colore, Dante ha usato 21 lettere piu' spazi, a capo e interpunzioni
(meno di trenta simboli tutti riconoscibili).
L'amanuense, ricopiando, riconosce il simbolo dall'originale e lo
ricostruisce di suo pugno sulla copia. Puo' riconoscerlo esattamente proprio
perche' gli stati possibili sono finiti (meglio se in numero limitato). Non
commette dunque alcun errore nel trascrivere (a parte quelli di distrazione,
ma si puo' sperare in un'attento lavoro di correzione che riporti la copia
esattamente all'originale). E questo per quante copie si facciano.
Questo consente di dire che un testo, essendo una comunicazione di tipo
digitale, non degrada con la copia, con l'invecchiamento del supporto etc..
almeno finche' il degrado renda ancora possibile il riconoscimento degli
stati possibili.
Copiare un CD non degrada il suono. (In un certo senso la copia e' "meglio"
dell'originale perche' il segnale e' stato "rigenerato")
Continuando si puo' dire che il gioco delle carte e quello degli scacchi o
della dama sono digitali mentre il gioco del biliardo o del pallone sono
analogici. (il motivo lo lascio trovare a te). Ed e' anche per questo che
nelle riviste troviamo problemi di scacchi, di dama e di bridge, ma non
troveremo mai un problema di biliardo. I giochi digitali sono infatti
precisamente descrivibili.
Si puo' pero' "digitalizzare" un dipinto, un suono, e molte altre
informazioni analogiche. Si sa nel fare questo che commettiamo un errore
alla "digitalizzazione" e un secondo alla "sdigitalizzazione", ma sappiamo
anche che tutti gli altri passaggi, trasmissioni, memorizzazioni, copie
saranno esenti da errori.
Ecco il successo del digitale. Anche se alcune forme di analogico stanno
prendendosi qualche rivincita in settori poco tradizionali che pero' ci
farebbero andare fuori tema.
Saluti
Mino Saccone
Received on Sat Feb 21 2004 - 02:22:28 CET
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