Re: Da dove trae origine il magnetismo?
"Giorgio Pastore" <pastgio_at_univ.trieste.it> ha scritto nel messaggio
news:402BF6C1.2050708_at_univ.trieste.it...
>
> Beh, calma. State parlando di lavoro "su una carica". Provate p.es. a
> ruotare un dipolo magnetico (un circuito percorso da corrente) in un CM
> e vedete se non c'e' lavoro! E se questo non acquista/perde energia !
> Oppure spostate un dipolo in un campo magnetico non uniforme.
Mi pare che si equivochi sul concetto di lavoro.
Lavoro= prodotto scalare tra forza e spostamento.
La forza magnetica agisce unicamente su cariche in moto e NON far� mai
lavoro essendoci sempre un angolo di pi/2 tra forza e spostamento--->
cos(pi/2)=0. Pertanto non ha senso dire che la carica acquista/perde
energia, non esiste un'energia potenziale magnetica.
Il caso a cui ti riferisci � la variazione di flusso del campo magnetico nel
tempo attraverso una superficie chiusa che provoca per la legge di Farady
Neuman Lenz una fem indotta di segno tale da opporsi per mezzo del campo
magnetico che genera, alla variazione di flusso del campo magnetico.
Se poi la superficie chiusa � rappresentata da un circuito conduttore di
resistenza R allora avrai una corrente I all'interno del circuito data
da -1/R *d(flusso(B))/dt quindi un lavoro dato da L=fem*I*dt che, nel caso
del circuito considerato si traduce in calore dissipato sulla resistenza
per effetto Joule.
Un'altro discorso � il momento meccanico subito da una spira percorsa da
corrente immersa in un campo magnetico. In questa situazione entra in gioco
la seconda di Laplace ovvero F=i l vettor B che rappresenta la forza subita
da un conduttore percorso da corrente immerso in un campo magnetico. La
seconda di Laplace deriva dall'effetto complessivo subito da ogni singolo
portatore di carica in moto nel conduttore sottoposto a B ovvero la forza di
Lorentz F=qv vettor B (non compie lavoro).
> Altrimenti chiunque abbia staccato le due calamite di cui alla domanda
> potrebbe restare molto perplesso di fronte a queste affermazioni.
>
Azzardo una spiegazione...
Quando stacchi due calamite devi vincere la forza di attrazione fra i dipoli
magnetici interni ad ogni calamita (prodotti come ho gi� detto da
microcorrenti). Consideriamo le calamite composte da una serie di
"circuitini" percorsi ciascuno da una carica elettrica. Consideriamo i
circuitini della prima calamita come sorgenti di campo magnetico secondo la
prima di Laplace; i circuitini della seconda calamita subiranno ciascuno una
forza dovuta alla seconda di Laplace. La forza che devi applicare per
staccare le due calamite sar� si modulo pari alla somma dei tutte le forze.
Ovviamente applichi una coppia di forze secondo la direzione x (asse delle
due calamite) con verso opposto quindi staccando due calamite compi lavoro
che ti sar� restituito quando avvicini nuovamente le due calamite.
ps: spero di non aver scritto troppe fesserie...comunque sbagliando
s'impara :-)
Received on Fri Feb 13 2004 - 09:43:30 CET
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