ansiagorod_at_pirlmail.com ha scritto:
> Come da oggetto, qual'è la parte della fisica che trovate più
> difficile e/o che vi dato più filo da torcere sia come studenti che,
> soprattutto, dopo?
Vedo che nessuno ti ha risposto. Provo a dire qualcosa io, più che
altro per spiegare come mai non hai avuto risposte.
Per come la vedo io, la domanda è - diciamo - ingenua.
Non mi pare possibile rispndere, perché la fisica è una scienza
terribilmente vasta e complessa, che cambia continuamente nel tempo
con approfndimenti, contaminazioni tra campi originariamente separati,
ecc. ecc.
Quindi è già problematico definire dei campi.
Lo si può fare all'ingrosso, ma le definizioni possono cambiare da
persona a persona, a seconda delle competenze, specializzazioni, per
non parlare dell'età :-)
L'esempio che fai dell'ottica è tipico.
Che cosa s'intenda per ottica temo ricordi la storiella dei ciechi che
volevano definire un elefante toccandolo.
Siccome l'elefante è grosso, e ognuno lo toccava in parti diverse, a
ciascuno appariva diverso :-)
Pensa che addirittura certi termini possono assumere signiicati diversi
a seconda di chi li usa.
Faccio un esempio, con l'avviso che potrebbe essere sbagliato causa la
mia età: infatti si riferisce a cose che ho visto almeno 20 anni fa, e
ora potrebbe essere cabiato tutto :-(
Che cosa s'intende per "ottica gaussiana"?
A me, che in anni passati ho avuto motivi diversi per approfondire
l'ottica geometrica (fotografia, telescopi...) ottica gaussiana faceva
pensare all'approssimazione di Gauss, che è il necessario punto di
partenza per capire gli strumenti ottici.
Le deviazioni dall'appr. di Gauss vegono definite "aberrazioni", il
che a rigore è un'aberrazione, perché lenti e specchi del mondo reale
non seguono quasi mai l'appr. di Gauss e casomai è questa che si
scosta dalla realtà...
Invece chi usa per ricerca corrente laser e compagnia bella intende
per ottica gaussiana il tipo di onde che s'incontrano in quell'ambito
e che spesso hanno un profilo d'intensità attorno all'asse di
simmetria che è una gaussiana.
Dopo di che se si va avanti le cose si complicano parecchio e immagino
che il libro che citi ne tratti ampiamente.
Incidentalmente, la confusione è anche colpa (si fa per dire: è un
immenso merito) dell'ampiezza di campi studiati da Gauss, che ha pochi
simili nella scienza tutta: prova a pensare quante cose che certamente
conosci sono associate a Gauss, e credi a me che ce ne sono moltissime
altre che probabilmente ignori :-)
Deviando dalla tua domanda per fermarmi un momento su Gauss, ho sempre
trovato particolare il percorso della sua ricerca.
In gioventù è stato un matematico con interessi in campi che più
astratti non si può, di cui era allora impossibile immaginare
applicazioni pratiche.
Poi è passato alla meccanica celeste: aveva solo 32 anni nel 1809,
quando scrisse la "Theoria motus corporum coelestium, in sectionibus
conicis Solem ambientium", che aveva lo scopo di fornire metodi
pratici per determinare le orbite dei primi pianetini, che allora
venivano scoperti. Quindi uno scopo "pratico".
Di passaggio, diede un primo fondamento a quella che poi sarebbe stata
chiamata, impropriamente, "teoria degli errori": è lì che si trova la
famosa "gaussiana" come legge di distribuzione degli errori
accidentali.
E tanto che c'era, sistemò anche il metodo dei minimi quadrati.
Dopo di che si dedicò a questioni di geodesia: misure di precisione di
angoli e distanze sulla sup. terrestre.
Il che lo spinse anche in matematica a questioni più "pratiche"
(sempre per modo di dire): pensa alla geometria differenziale delle
superfici, culminata nel famoso "Theorema egregium" (aveva 50 anni).
Pian piano (ma lo storia precisa non la so) passò a questioni ancora
più fisiche, come la misura di campi magnetici, la legge che porta il
suo nome, una sistemazione delle unità di misura
dell'elettromagnetismo, che era allora in piena crescita.
Ti ricordo il "sistema di Gauss" ancora oggi preferito dai fisici
rispetto al SI perché meno convenzionale.
Non è poi del tutto una divagazione: ti dà un'idea di come siano
connessi rami apparentemente del tutto separati della scienza, grazie
alla personalità di scienziati particolrmente versatili.
All'estremo opoosto ci sono i superspecialisti, che sanno tutto su
pochissimo.
Entrambe le personalità sono utili, anche se con rischi di eccedere,
in un senso o nell'altro.
E come vuoi che uno minimamente consapevole di tutto ciò possa
rispondere alla tua domanda?
--
Elio Fabri
Received on Fri Aug 21 2020 - 10:31:53 CEST