Re: Filosofia della scienza

From: ricky <ricky_at_zxcvjbzcv.zxcvzxbv.com>
Date: Thu, 08 Jan 2004 13:52:31 GMT

"Thanatos" <ad1114_at_jumpy.it> ha scritto nel messaggio
news:3ffc03ed.4555029_at_news.fastwebnet.it...

> >Il massimo che puoi fare � spiegare quel -2 seguendo altri principi. Ad
> >esempio puoi ricavarlo dal teorema di Gauss e dal fatto che il
comportamento
> >deve essere isotropo. Ma poi mi chiederai perch� vale il principio di
> >Gauss....
>
> Ma il principio di Gauss e' matematico, non e' un'evidenza
> sperimentale.

A parte che dovevo chiamarlo teorema di Gauss, non so perch� l'ho chiamato
principio.
Pi� che altro intendevo dire che io posso partire da altre formulazioni (ad
esempio differenziali) della legge gravitazionale e ricavare in seguito che
va col quadrato della distanza. Ma ci deve essere per forza un punto di
partenza..."se chiedi perch� c'�?" non ti puoi aspettare una risposta.

> I dati sperimentali fungono da traccia, si trova una legge e se ne
> verifica la validita' tramite previsioni. E questa e' la parte
> induttiva del processo.

Bene.

> Se ci si fermasse qui, il risultato sarebbe gia' praticamente utile.

Bene.

> Se si volesse generalizzare pero', tale processo porterebbe ad una
> generalizzazione estesa solo agli eventi noti come possibili.

E qui sbagli. Esempio: io faccio cadere gravi di 1Kg, 10Kg, 100Kg e 1000Kg
li vedo arrivare al suolo tutti contemporaneamente. Dico quindi che
l'accelerazione di gravit� non dipende dalla massa del grave. Arrivo quindi
alla conclusione che un grave di 1Kg e uno di 10^12Kg toccherebbero suolo
contemporaneamente. Ma tale evento non l'ho mai verificato. Il trovare una
legge permette di fatto di prevedere eventi fuori dalla possibilit�
realizzativa.

> Come si potrebbe, in modo puramente induttivo, supporre l'esistenza di
> un semiconduttore, dell'effetto tunnel, di un muone?

Utilizzando una teoria generale (quantistica in questo caso) elaborata
osservando magari ben altri esperimenti.

> _Il vero problema, e' sapere quale sia il problema_
>
> Ed e' qui che entra il processo deduttivo. Spiegando la legge trovata,
> apre la strada a nuove ipotesi. E' stata ad esempio ricavata la massa
> che dovrebbe avere il monopolo magnetico se mai venisse trovato, senza
> averlo mai visto (e quindi ovviamente senza dati sperimentali su
> esso).
> Questo permette una strada sperimentale molto piu' rapida, in quanto
> sapere la massa permette di sapere le energie a cui si puo' creare, e
> quindi "dove" cercarlo.

Beh...siamo d'accordo su questo, ma del resto � una conseguenza della
teorizzazione stessa. Si cerca una teoria proprio per poter prevedere quello
che succede in altri contesti. Quella che chiami deduzione � lo sfruttamento
della teoria per prevedere cose mai viste, ma d'altra parte che hai fatto a
fare una teoria se non per questo? Attenzione per�, nessuno garantisce che
la teoria vada bene per descrivere nuovi fenomeni mai osservati.

> Se il tuo approccio e' semplicisistico, molto piu' pericoloso e'
> invece l'approccio opposto, di chi spara teorie misticometafisiche in
> maniera scollata dai dati sperimentali.
> E' chiaro che, se si vuole dare un'interpretazione del mondo reale, il
> "vestito" logico che voglio creare deve essere adattato alla realta',
> e quindi costruito e modellato sull'impalcatura dei dati sperimentali.

E su questo siamo perfettamente d'accordo.
Received on Thu Jan 08 2004 - 14:52:31 CET

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