"Piercarlo" <piercarloboletti_at_tiscali.it> ha scritto nel messaggio
news:1g5m877.tat941eta6qyN%piercarloboletti_at_tiscali.it...
> dumbo <_cmass_at_tin.it> wrote:
> Tempo fa mi era capitato di discuterne con un amico a proposito del
> fatto "inspiegabile" che la matematica aiuta a spiegare e a comprendere
> il mondo.
a riguardo c'� un famoso articolo di Wigner
" The unreasonable effectiveness of mathematics in the
natural sciences" Communications in Pure and Applied
Mathematics _13_ , 1 , (1960).
Gi� il fatto che Wigner se ne occupi dimostra che
non � un problema banale o stupido. Del resto anche Einstein
trovava misteriosa la comprensibilit� del mondo.
> In realt� la soluzione dell' "inspiegabilit�" sta nel fatto che non
> esiste alcuna matematica disgiunta dai loro creatori:
eppure tra i matematici � diffusa la sensazione che le entit�
matematiche abbiano una esistenza indipendente dalla mente
che le crea (e se si accetta questo punto di vista � meglio
dire "che le scopre " ).
Cos� per esempio la pensa Penrose, vedi cosa dice
nella Mente Nuova dell' Imperatore, specialmente
riguardo all'insieme di Mandelbrot. Dice che davanti
a un frattale del genere si ha l'impressione di trovarsi
davanti a una montagna oggettivamentre esistente, non a
un prodotto della mente umana. Goedel era addirittura
un platonico convinto.
> il mondo, l'universo, i fenomeni naturali ecc. esistono indipendentemente
> da tutti i nostri punti di vista e modi di osservarlo,
> compresi quelli matematici.
il punto � che tra gli infiniti modi matematici, che abbiamo
a disposizione per descrivere l'universo, ne funziona uno solo.
Perch� proprio quello? Forse perch� � quello il modo
in cui la realt� oggettiva � costruita? Secondo me s�.
>Se il mondo ci appare matematico � affar
> nostro non suo: probabilmente ci appare tale non perch�
> "�" tale ma pi� banalmente perch� gli "occhiali" con cui lo
> guardiamo sono costruiti "su misura" per vederlo in quel
> modo. Tali occhiali sono costruiti in base alle nostre
> capacit� e sulla base delle nostre esigenze. Nient'altro.
Per le capacit� siamo d'accordo, ma per le esigenze no:
gran parte della matematica � stata costruita senza
esigenze, solo per amore del sapere, per curiosit�,
per ragioni estetiche, per gioco. Le applicazioni pratiche
sono venute molto tempo dopo. Poi succede anche questo:
tu inventi una formula per divertirti o per spiegare
un solo fenomeno e poi ti accorgi che spiega tanti altri fenomeni
che nemmeno sospettavi, e predice l' esistenza di cose che
neppure immaginavi e che poi si trovano. E' difficile pensare
di aver fatto un gioco mentale interno e niente di pi�, � pi� facile
pensare che hai trovato una legge vera, che non � solo
dentro di te ma � anche dentro la natura.
Sei sicuro di poter liquidare il problema con una risposta
"kantiana" del tipo " vediamo il mondo verde perch� abbiamo
gli occhiali verdi " ?
Ciao,
Corrado
Received on Thu Dec 11 2003 - 15:15:45 CET
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