Re: Intervista a Dirac

From: Piercarlo <piercarloboletti_at_tiscali.it>
Date: Sun, 7 Dec 2003 22:01:48 +0100

dumbo <_cmass_at_tin.it> wrote:

(...)

> > il mondo � matematica, o siamo noi che gli cuciamo un vestito di
> > matematica addosso?
>
> Domanda che si riallaccia all' altra famosa
> "le leggi fisiche esistono realmente o sono un
> prodotto della mente umana che se ne
> serve come utili strumenti per descrivere il mondo? "
>
> In questa idea della mente che crea le leggi vedo
> delle difficolt�. Come si spiega che le leggi "inventate"
> da noi per spiegare un limitato numero di problemi, ci scavalcano
> e ci aprono porte che neanche sospettavamo?

(...)

Questo aspetto della discussione � uno di quelli che risvegliano i miei
pi� bassi istinti...

Tempo fa mi era capitato di discuterne con un amico a proposito del
fatto "inspiegabile" che la matematica aiuta a spiegare e a comprendere
il mondo. Quello che ne era saltato fuori � che quando ci si pone il
problema in questo modo probabilmente lo si sta guardando con il
binocolo a rovescio.
In realt� la soluzione dell' "inspiegabilit�" sta nel fatto che non
esiste alcuna matematica disgiunta dai loro creatori: il mondo,
l'universo, i fenomeni naturali ecc. esistono indipendentemente da tutti
i nostri punti di vista e modi di osservarlo, compresi quelli
matematici. Se il mondo ci appare matematico � affar nostro non suo:
probabilmente ci appare tale non perch� "�" tale ma pi� banalmente
perch� gli "occhiali" con cui lo guardiamo sono costruiti "su misura"
per vederlo in quel modo. Tali occhiali sono costruiti in base alle
nostre capacit� e sulla base delle nostre esigente. Nient'altro. Altro
discorso � il dire se sia possibile usare occhiali migliori; la mia idea
�: "pu� essere ma disponiamo sul serio di occhiali migliori di quelli
che usiamo gi�?". Probabilmente no, perch� altrimenti li staremmo gi�
usando.

Essendo la matematica un paio di "occhiali" per osservare, capire e buon
ultimo INTEPRETARE il mondo, essi hanno i loro limiti, limiti dovuti al
fatto che, qui e ora, non abbiamo - o non possiamo avere - idea di come
costruirne di migliori.
Ed � secondo me questo il motivo profondo per cui alle volte, in fisica
ma penso anche in altri campi, saltano fuori delle "assurdit�". Pu�
darsi che in futuro, con "occhiali" migliori, tali "assurdit�" cessino
di essere tali ma pu� anche essere il caso che, per alcuni problemi, non
sia intrinsecamente concepibile alcuna matematica - cio� non pu�
esistere ne ora ne mai alcuna "tecnologia" per costruire "occhiali
adatti" - in grado di affrontarli e di venirne a capo. In questo caso
temo che le eventuali "assurdit�" ce le dovremo tenere come fatti
compiuti. Non essendo un "oculista" non entro nel merito del problema ma
ho l'impressione che esso forse, in alcuni ambiti, si sia gi� posto,
magari mascherato e nascosto da altre cose, proprio come tale.

Nel caso non si sia gi� posto, penso che comunque prima o poi esso si
porr�. In ultima istanza la "matematica" � un sistema per rappresentarsi
il mondo e ragionarci a proposito e in quanto "rappresentazione" prima o
poi non pu� (non potr�) fare a meno di scontrarsi con il fatto che
qualunque rappresentazione di qualcosa, per quanto sofisticata e
accurata, � appunto solo tale: � comunque un modello che, per quanto
buono, DESCRIVE la realt� ma non PUO' sostituirla. Nella stragrande
maggioranza dei casi tale descrizione � ampiamente soddisfacente ma
nulla garantisce che, perch� finora � riuscita a descrivere bene molte
cose, essa possa descrivere bene QUALUNQUE cosa. In altre parole si ha
di fronte una variante del problema del "cigno nero".

In conclusione, penso che sia proprio un problema da lasciar perdere:
procura solo frustazioni e discussioni inutili...

Ciao!
Piercarlo
Received on Sun Dec 07 2003 - 22:01:48 CET

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