Alberto_Rasà ha scritto:
> Si, non è quello il punto: il punto è che la QFT, in un certo senso
> che devo comprendere meglio (ahimé ne so poco...) non fornisce stati
> di vuoto invarianti per numero di particelle, il che non è
> "elegante".
Premesso che io l'effetto Unruh non l'ho mai studiato, direi che il
problema è un altro, ed è uno dei bachi fondamentali del trattamento
perturbativo di una teoria di campo.
Quello che tu dici sul vuoto è un problema che non riguarda i rif.
accelerati.
Nasce quando formuli una teoria (QED) in cui sono presenti campi
fermionici (elettroni-positroni) in interazione col campo bosonico
dei fotoni.
La teoria "dovrebbe" avere uno stato di vuoto (energia minima,
invariante per il gruppo di Poincaré).
Se tenti di costruire questo stato con approccio perturbativo, trovi
che questo "vuoto" non coincide col vuoto dei campi non interagenti (e
perché dovrebbe?).
Risulterebbe da una serie (infinita) di stati che contengono
particelle "virtuali" (fotoni, coppie e+e-).
Inutile dire che la serie non converge...
Naturalmente i divulgatori si riempiono la bocca con questo
"ribollire" (puah!) di particelle che nascono e muoiono nel vuoto che
non è vuoto ecc. ecc.
Tutte str***ate, detto in francese.
Se ho capito qualcosa, in un rif. accelerato alcune di queste
particelle diventerebbero reali: una specie di rad. di fondo cosmica.
Ma come meravigliarsi?
Da una teoria che non sta in piedi, si può dedurre qualsiasi cosa :-(
> Però in RG i riferimenti accelerati non sono un problema.
Qui invece sei tu che non hai le idee chiare.
Non è del tutto colpa tua, anzi è il peccato originale di Einstein,
però dovresti saperlo, se ti fosse rimasto in testa qualcosa di cose
scritte da me e che hai letto :-(
http://www.sagredo.eu/divulgazione/relgem/relgem1.htm
--
Elio Fabri
Received on Wed Sep 30 2020 - 14:56:11 CEST