Re: Campo magnetico da elettrico?
Nell'articolo <Iottb.26488$9_.1022801_at_news1.tin.it>
dumbo ha scritto:
> Forse vuol dire una cosa abbastanza banale: una volta fatta una teoria
> (ma � chiaro che per farla occorre pensare, spero che L�vy-Leblond
> lo sappia) ti trovi in mano una macchina che procede quasi per forza
> propria: risolvi le equazioni della teoria, e per questo basta
> l'abilit� matematica, non il pensiero fisico; e pu� capitare che uno
> scienziato rimanga sorpreso da certe conseguenze della sua stessa
> teoria.
S�, � sulla questione "algoritmica" che si concentra lo "scontro" fra le
"due culture".
> Se intende questo sono d'accordo a met�. Un po' � vero, ma non
> del tutto secondo me. Sei d'accordo?
Ho provato ad esporre il mio punto di vista nella risposta che ho dato ad
Ale. Non mi ripeto qui per non intasare troppo l'ng con una discussione che
credo sia al limite dell'OT e per non abusare della pazienza dei moderatori.
> Inoltre non direi proprio che "la scienza mette a punto macchine
> formali" � l'universo che ha una struttura matematica, le strutture
> formali sono gi� dentro l'universo.
Effettivamente pu� sembrare che le cose stiano cos�.
Ma � una "apparenza" o la "realt�"? E cosa significa "realt�"?
Abbiamo una "definizione operativa" del concetto di "qualcosa che � *gi�*
dentro l'universo"?
"Gi�" nel senso di "prima che noi lo osserviamo", o forse nel senso di "a
prescindere dal fatto che noi lo osserviamo"?
Come facciamo a "definire operativamente" ci� che "viene prima" (o al di l�,
o al di sotto, o al di sopra, vedi tu) di qualunque osservazione?
Un fisico che affermi che <<l'universo � matematico (o "algoritmico")>> sta
dicendo una cosa che *fisicamente* � priva di senso.
Quindi la fisica non potr� mai dire che cosa *�* l'universo.
Questa � tutta la sua forza e tutta la sua debolezza.
> Questa � la posizione pi� ovvia.
Sar� pure ovvia. Il problema per� � che -come dicevo- non ha un significato
*fisico*.
Se vuoi che sia ovvia devi porla come una banale "tautologia".
> A chi
> sostiene l'opposto (cio� la posizione meno naturale e anzi io direi
> decisamente irrazionale) spetta l'onere della prova.
Non c'� bisogno di sostenere l'opposto, basta osservare che alla frase non
sappiamo attribuire alcun significato fisico.
Ti cito un passo da "The Logic of Modern Physics" di Percy Bridgman:
<<In order to emphasise this matter of meaningless questions, I give here a
list of questions, with which the reader may amuse himself by finding
whether they have meaning or not.
(1) Was there ever a time when matter did not exist ?
(2) May time have a beginning or an end?
(3) Why does time flow?
(4) May space be bounded?
(5) May space or time be discontinuous?
(6) May space have a fourth dimension, not directly detectible, but given
indirectly by inference?
(7) Are there parts of nature forever beyond our detection?
(8) Is the sensation which I call blue really the same as that which my
neighbour calls blue? Is it possible that a blue object may arouse in him
the same sensation that a red object does in me and vice versa?
(9) May there be missing integers in the series of natural numbers as we
know them?
(10) Is a universe possible in which 2+2 = 4?
(11) Why does negative electricity attract positive?
(12) Why does nature obey laws?
(13) Is a universe possible in which the laws are different?
(14) If one part of our universe could be completely isolated from the rest,
would it continue to obey the same laws?
(15) Can we be sure that our logical processes are valid?>>
Direi che la (10), la (12), la (13) e forse pure la (15) pottrebbero fare
tutte al caso nostro.
> Non dice nient'altro l'amico sull'argomento? Chiedo perch� non
> conosco il libro. Il L�vy - Leblond che citi � il noto fisico?
No, � un filosofo.
Non lo considero nemmeno tanto importante, solo che mi serviva quel
passaggio perch� evidenzia un atteggiamento conflittuale nei confronti della
scienza che � molto diffuso nella cosiddetta "cultura umanistica".
Inoltre mi ha consentito di illustrare (un po') la ragione per cui le
"equazioni" facciano inorridire gli umanisti. Ci vedono dentro le <<macchine
simboliche e formali>>.
Ciao,
Davide
Received on Sun Nov 16 2003 - 17:53:29 CET
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