Re: diffrazione da elettroni
Nell'articolo <bosutu$9kl$1_at_news.newsland.it>
luciano buggio ha scritto:
> C'� poi un'altra questione che mi lascia perplesso.
> La pallina da tennis non viene deviata dalla luce che la colpisce,
Veramente direi che "un pochino" anche la pallina da tennis risente
dell'interazione con la luce.
Anche il campo elettromagnetico trasporta quantit� di moto, e quindi se la
radiazione viene assorbita e/o emessa (o prima assorbita e poi emessa, come
nel caso della "riflessione" della luce da parte della pallina) abbiamo una
specie di "urto".
Se vuoi essere pi� preciso credo che tu debba pensarla come "pressione di
radiazione" (= quantit� di moto nell'unit� di tempo nell'unit� di superficie
trasversale).
> ma un elettrone s�:
Se quel "ma" � determinante -anche in linea di principio- ai fini del tuo
discorso, allora credo tu debba riflettere su quel che ho detto un po' pi�
su.
> � sufficiente un solo fotone (vedi effetto
> fotoelettrico ed effetto Compton).
Comunque: s�, certo, anche un solo fotone pu� interagire con un elettrone.
> Certo, il fotone non sparisce, n�
> viene assorbito.
Qui ti vai ad infilare in un discorso assai complesso.
Se usi tutto l'armamentario degli "integrali di cammino" e ragioni "alla
Feynman", allora la MQ � una fisica in cui si pu� parlare di "traiettorie",
con la "prescrizione aggiuntiva" che le probabilit� si "sommano in
ampiezza".
In tal caso non � vero che il fotone non viene assorbito, perch� la
diffusione del fotone da parte dell'elettrone deve essere intesa come una
coppia di "vertici di interazione": prima il fotone viene assorbito e poi
viene emesso (o viceversa). Nell'intervallo di tempo in cui il fotone � gi�
stato assorbito e non ancora emesso (o viceversa) l'elettrone si trova in
uno stato "virtuale", ovvero uno stato in cui il suo quadrimpulso viola le
leggi di conservazione, e quindi � in uno stato "instabile", da cui deve
"decadere" entro intervalli spazio-temporali sufficientemente piccoli da non
rendere osservabile quella "violazione".
Se invece vuoi rifiutare integralmente il concetto di "traiettoria" allora
tutto ci� che dici non ha molto senso, perch� noi non sappiamo se il fotone
venga o meno "assorbito": noi sappiamo solo che emettiamo della radiazione
"catodica" e della radiazione elettromagnetica, che entrambe le radiazioni
vengono emesse e rilevate in unit� "discrete" (quanti) e che quando �
presente della radiazione elettromagnetica la "figura" disegnata dalla
radiazione catodica � diversa da quella disegnata dalla medesima radiazione
in assenza di radiazione elettromagnetica. Da cui deduciamo che le due
radiazioni "interagiscono".
> Il problema che avevo posto � un altro: Come fa
> l'elettrone ad essere osservato attraverso la luce che diffonde, da
> cui viene "colpito" senza cambiare la sua traiettoria?
Ho gi� detto che parlare del "cambiamento di traiettoria" di un elettrone �
concettualmente un po' "pericoloso" (proprio su questo argomento ci sono
decine di KB nell'atro thread a cui sto partecipando).
Comunque se di "traiettoria" vogliamo parlare allora non direi proprio che
il fotone non cambia la traiettoria dell'elettrone. Se non la cambiasse non
ci sarebe interazione, e noi vedremmo sul rivelatore sempre le stesse
"figure", indipendentemente dal fatto che ci siano o meno dei fotoni.
Sappiamo invece che non � cos�.
> Non � che le
> righe si distruggono semplicemente perch� viene deviato dal percorso
> "programmato" dalla misteriosa informazione autointerferenziale che
> possiede? -----------------
Non so cosa sia la "misteriosa informazione autointerferenziale". Ho come
l'impressione che sia una sorta di tua interpretazione delle "onde pilota"
di Bohm-De Broglie. Mi spiace ma non sono abituato a ragionare in quel modo,
non saprei cosa dire.
Scusa se non posso aiutarti di pi�.
Saluti,
Davide
Received on Wed Nov 12 2003 - 12:03:18 CET
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