Re: decoerenza e proprietà

From: Valter Moretti <vmoretti2_at_hotmail.com>
Date: Mon, 10 Nov 2003 15:32:23 +0100

Davide Pioggia wrote:

Purtroppo non ho proprio tempo di leggere tutto quello che hai scritto,
ma mi pare che siamo piu' d'accordo di quanto sembrasse. Preciso solo
alcune cose. E scusami ancora per questo modo di fare ma ho pochissimo
tempo.

>
> Innanzi tutto anche io sono profondamente convinto che lo spazio ed il tempo
> siano solo concetti che valgono solo per i sistemi macroscopici, cos� come
> la temperatura � definita solo per un insieme costituito da un gran numero
> di molecole, e non ha senso parlare di "temperatura di una molecola".
>

Io non sono "profondamente convinto", ma credo che sia possibile che sia
cosi'.
Non ho alcun motivo per esserne completamente certo. Non solo: nel
momento in cui io ne fossi davvero certo sorgerebbe un grosso problema
che tu conosci bene: come e' possibile fondare una teoria la MQ,
usandone un suo (almeno presunto) "limite" (descrizione classica
spaziotemporale)?

Il fatto che io prenda in considerazione l'ipotesi che lo spaziotempo
sia un concetto classico deriva dall'analisi dei fenomeni EPR.
La descrizione spaziotemporale sembra avere senso solo "a posteriori":
e' il registro su cui "alla fine del tempo" si annotano gli eventi.

> D'altra parte questo era gi� chiaro a Heinsenberg, che in una lettera a
> Pauli scrive: <<Penso che i concetti spaziali e temporali siano privi di
> significato se riferiti ad una *singola* particella, e che pi� particelle ci
> sono, pi� questi concetti acquistano senso.>>

Non saprei, forse io la vedo diversamente: lo stesso discorso di sopra
si potrebbe probabilmente fare a livello classico (probabilmente Mach
avrtebbe pensato qualcosa di simile). Il punto cruciale sono le
correlazioni EPR che sono non locali, ai tempi di Heisenberg le
questioni su EPR non erano per niente chiare perche' non c'era nessuna
evidenza sperimentale Einstein avesse torto.


>
> Proprio perch� ritengo che i concetti di spazio e di tempo siano definibili
> solo per un sistema macroscopico (e non abbiano senso se riferiti ad una
> singola particella), affermo che noi dello "stato fisico" di un quanto non
> sappiamo nulla: non sappiamo (per ora? per sempre? boh!) costruirci nessun
> modello mentale dello "stato" del quanto, e dobbiamo rinunciare ad usare per
> esso tutti i concetti "cinematici".



Io ho una immagine mentale di sistema quantistico che uso di continuo
quando mi occupo per ricerca di queste cose.
Anche le nozioni classiche basate sulle palline in spazi euclidei
sono la fine di un lunghissimo processo di astrazione basata
sull'esperienza e non sono per nulla naturali o innate separate dal
contesto dell'esperienza.
Lo vedo con mia figlia di 2 anni che sta costruendo
queste cose nella sua mente. Non e' affatto ovvio che fare il giro del
palazzo porti allo stesso posto per lei. Fino a 1.5 anni circa non si
allarmava quando le facevo sparire le cose sotto il naso. Ora invece si
allarma subito se qualcosa "non torna" quando segue con lo sgurado il
moto di una pallina.
Dopo un po' di tempo che lavori (facendo ricerca) nella MQ le cose non
sono piu' cosi' strane riguardo ai modelli mentali, la nostra mente e'
molto piu' flessibile di quanto si creda...



Non capisco bene invece, classicamente cosa significhi per te che una
palla di cannone abbia una posizione x al tempo t. Misembra che per te
la nozione classica di posizione sia piu' importante di quella
quantistica basata sull'interazione con lo strumento. Quando guardi una
palla di cannone
e contemporaneamente il tuo orologio che segna t stai ricevendo la luce
riflessa dalla palla e stai assumendo che il tempo segnato dal tuo
orologio sia lo stesso segnato da un orologio con la palla o qualcosa di
simile, non c'e' mai la palla da sola nello spazio euclideo al tempo t.
La nozione di posizione indipendente dall'osservazione ad un tempo
fissato (da cui la nozione di spazio euclideo ecc. ecc..ma anche la
nozione di stato classico) e' qualcosa di molto astratto costruito
dall'esperienza, e dalla riflessione sull'esperienza, che niente puo'
dirci avere senso se non la diretta esperienza. Nel momento in cui
l'esperienza mi dice che tale nozione non la posso piu' usare mi devo
inventare qualcosa d'altro. Questo puo' implicare una nuova definizione
di stato, ma anche di oggetto fisico. Che cio' sia problematico e'
chiarissimo e che i fisici abbiano fatto e facciano un po' di casino
quando cerchino di dare una veste logicamente
consistente di queste cose e' vero, in fondo non e' proprio il loro
(nostro)lavoro, anche se una riflessione su queste cose non fa mai male.
Ma non vedo perche' devo ritenere a priori che esista un'unica
concezione possibile di oggetto e di stato...

L'elettrone ha una posizione nel momento in cui interagisce con un
sistema macroscopico come uno schermo, una camera a bolle oppure una
camera a nebbia o altre cose. Questa non e' la "posizione" in senso
classico. Questa e' l'unica nozione che si lega a quella classica di
posizione che siamo riusciti ad inventare per dire qualcosa
sull'elettrone? Se sei capace di dire qualcosa di meglio accomodati, i
fisici non aspettano altro :-)


> Se ho ben capito tu aderisci alle argomentazioni di chi afferma che siccome
> la MQ ci dice tutto quello che c'� da sapere e che pu� essere saputo sui
> quanti allora questi "insiemi di informazione massima" sono a tutti gli
> effetti "lo stato" dei quanti.


Ma no, me ne guardo bene di dire una simile enormita', e come faccio io
a sapere che siamo arrivati alla fine della scienza per poter fare
affermazioni tanto grandi?

Ciao, Valter

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Valter Moretti
Faculty of Science
Department of Mathematics
University of Trento
Italy
http://www.science.unitn.it/~moretti/homeE.html
Received on Mon Nov 10 2003 - 15:32:23 CET

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