"Davide Pioggia" <dpioggia_at_NOSPAMlibero.it> ha scritto nel messaggio
news:SPLqb.99782$e6.3564574_at_twister2.libero.it...
> > ma rimane il problema che alla fine
> > ci si ritrova con delle probabilit�, anche se "classiche", in mano.
>
> Guarda, su questo punto credo che tu debba forse rifletterci un po'
meglio,
> perch� a me (ma anche a molti altri, direi) appare invece abbastanza
chiaro
> che una volta eliminate le "sovrapposizioni degli stati" il fatto che ci
si
> ritrovi con delle probabilit� classiche in mano ci consente di dire che
gli
> "effetti quantistici" non sono pi� presenti.
>
> Se tu lanci un dado dentro una scatola chiusa e aspetti che abbia finito
di
> rimbalzare, non potrai mai dire qual � il risultato del lancio senza
andarlo
> a vedere (aprendo la scatola, ad esempio), tuttavia saprai con certezza
che
> il dado si trova in un certo "stato finale", e (se il dado non �
truccato),
> dirai che ad ognuno dei risultati possibili � associata una probabilit�
1/6.
>
> E' la sovrapposizione degli stati (ovvero la presenza di elementi non
> diagonali nella matrice densit�) che ti permette di distinguere un sistema
> "quantistico" da uno "classico", e quella che tu chiami "probabilit�
> classica" non � indice di "comportamento quantistico", ma pu�
> tranquillamente essere collocata sotto la voce "ignoranza".
Probabilmente mi sono spiegato male. Ovviamente gli effetti quantistici si
giocano sul fatto
che esistano elementi non diagonali. E da questo, diseguaglianze di Bell
alla mano,
direi che non se ne esce. Poi c'� un passaggio a probabilit� classiche, ma
queste sono
dipendenti dalla situazione pre-misura e quindi si fanno carico degli
effetti quantistici. Quindi
indipendentemente da come si arrivi a queste probabilit� classiche (per
magia o per decoerenza) ci si ritrova con degli effetti quantistici. Esempio
: l'esperimento delle due fenditure. Prendendo lo schermo come strumento di
misura ci si ritrova
alla fine con una distribuzione di probabilit� "classica", ma questa �
dipendente dai fenomeni quantistici a monte che sono responsabili, ad
esempio, delle frange di interferenza nella distribuzione di probabilit�.
"Come" si sia passati da una matrice densit� non diagonale alla
distribuzione di probabilit� non
cambia il succo della faccenda: ci sono delle frange di interferenza.
Arriverei a dire che, in questa situazione,
il contenuto fisico di un'eventuale giustificazione della diagonalizzazione
sia di poca utilit�, nel senso che si giustifica matematicamente un asserto
che si usa in ogni caso normalmente, che sia assioma o no.
Ciao,
unit
>
> > Ciao,
> > unit
>
> Saluti anche a te, e grazie per gli spunti,
> Davide
Received on Sat Nov 08 2003 - 00:02:41 CET
This archive was generated by hypermail 2.3.0
: Thu Nov 21 2024 - 05:10:29 CET