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From: unit <unit__at_despammed.com>
Date: Sat, 8 Nov 2003 19:48:53 +0100

"Davide Pioggia" <dpioggia_at_NOSPAMlibero.it> ha scritto nel messaggio
news:im6rb.99981$vO5.3908394_at_twister1.libero.it...
>
> Mettiamola cos�:

<SNIPPONE>

Fino al punto quotato in seguito sono pressoch� d'accordo con te, ma mi
sfugge il punto che vuoi dimostrare. Ovviamente (beh, non tanto, ma...) se h
� troppo piccolo rispetto alle capacit� sperimentali
di una ipotetica civilt� alcune questioni (come la diffrazione di elettroni)
rimangono inaccessibili e quindi (per
la civilt� in questione) � difficile (non impossibile) controllare
sperimentalmente le previsioni della mq. Ma non vedo cosa
c'entri con la decoerenza. Un'altro punto prima di entrare nel vivo:
potresti essere un po' piu' conciso? Leggere dieci pagine di roba sul mio
newsreader (che non � dei migliori) mi stanca indipendentemente dal
contenuto.

> Se il fatto di "trattare classicamente" qualcosa che "in realt�" sappiamo
> essere "sotto sotto quantistico" ti pone dei problemi, possiamo anche
porre
> la faccenda in altri termini, ad esempio cos�:
>
> a) partire da una trattazione "quantistica" e poi mostrare che gli
elementi
> non diagonali della matrice di densit� sono "quasi sempre" nulli (o
meglio:
> ai fini di una osservazione che duri un tempo finito producono un effetto
> nullo)

Evidentemente mi sono spiegato di nuovo male. Il fatto � che, utilizzando la
decoerenza o meno, la
matrice densit� � diagonale *dopo* una misurazione, non *quasi sempre*. E
utilizzando la mq posso
ottenere matrici diagonali *diverse* dal caso classico. Un esempio su tutti:
la computazione quantistica. Alla fine della computazione ottengo un
risultato con una certa probabilit�, ma la stessa distribuzione di
probabilit� *non* avrei potuto ottenerla classicamente con le stesse risorse
(almeno per quello che se ne sa
adesso, magari NP=P =) ). Quindi quello che conta � *quale* distribuzione
di probabilit� ottengo *alla fine*, dato che, appunto, con la mq gli
elementi non diagonali *non* sono "quasi sempre" nulli.

>
> oppure
>
> b) trattare direttamente il sistema facendo uso della meccanica classica

Niente da fare per le diseguaglianze di Bell, almeno cosi' mi dicono.

>
> ecco, fare l'una o l'altra di queste due cose ti cosentente di pervnire
alle
> stesse conclusioni *concrete* [*], ovvero che dopo un certo intervallo di
> tempo c'� una certa probabilit� di trovare lo stato del sistema in un
> intorno di un certo stato, eccetera.

No, come ti ho detto. Le due cose non sono equivalenti.

>
> Chi avr� scelto la strada "classica" dir� che quella "probabilit�" �
dovuta
> ad "ignoranza sui dettagli microscopici", mentre tu dirai che "in realt�"
la
> "vera fisica" del sistema � "quantistica", e che il fatto che le
probabilit�
> si sommino in modo "classico" � dovuto alla "decoerenza" che rende
> trascurabili gli elementi non diagonali, e che in ogni caso quelle
> "probabilit� classiche", come dici tu, <<si fanno carico degli effetti
> quantistici>>.

 Questa � un'altra faccenda ancora, ma come ti ho detto la strada classica
*non puo'* condurre
ai risultati sperimentali. E' un po' la differenza tra entanglement e
semplice accoppiamento statistico: la statistica finale � la stessa (in
tutti e due i casi le due particelle hanno la stessa orientazione di spin, e
sono su o giu' con probabilit� un mezzo), ma con l'uno ci teletrasporti
l'informazione, con l'altro *no*.

Di seguito esponi delle tue considerazioni che sono in parte, secondo me,
confutate da quello che ti sto dicendo io, in ogni caso preferirei prima
concentrarmi su questi aspetti e poi eventualmente andare avanti.

Ti prego, piu' corto eh? Grazie.

Ciao,

unit
Received on Sat Nov 08 2003 - 19:48:53 CET

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