Re: La matematica per il fisico teorico

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it>
Date: Fri, 10 Oct 2003 00:58:33 +0200

Usero' il reply di Elio per commentare sia quanto scritto da lui sia il
post precedente di Valter.

Premetto che non mi ritrovo a mio agio nel fare il "difensore d' ufficio
della riforma". Ci sono diverse cose che andrebbero dette in negativo ma
non mi ritrovo per niente con il vostro punto di vista.

Elio Fabri wrote:
> Valter Moretti ha scritto:
> > Nel nuovo ordinamento non c'e' piu' spazio per che vuole capire per
> > bene tutto come una volta. Il problema non si pone piu', da questo
> > punto di vista e' un po' tutto alla "spera in Dio". Qui c'e' una
> > questione di fondo che non e' stata risolta da chi ha pensato il nuovo
> > ordinamento: che genere di laureato deve uscire da 3+2 in fisica?
> > Uno che ha capito davvero di che cosa si stia parlando oppure uno che
> > ha orecchiato un po', ha capito cosa bisogna fare materialmente per
> > passare gli esami e lo ha fatto?

Mi sembra che limitare il problema a questa dicotomia sia limitativo e
di fatto la domanda assomiglia ad una interrogativa retorica.

Perche' ci dovrebbe esseere questa alternativa ? e "capire di quello di
cui si sta parlando" come puo' essere un qualcosa di indipendente dai
contenuti, dalla quantita' e difficolta' degli stessi? Parliamo di quali
contenuti. Una dei problemi reali della riforma, secondo me, non sono i
"livelli " di comprensione misurati in astratto ma come i contenuti dei
corsi si devono adeguare al diverso percorso. Far stare ivecchi
programmi nel 3+2 e' un letto di procuste che puo' solo far disastri.

Ovviamente (e questo e' un altro problema reale) non si puo' metter su'
un' impresa del genere a costo zero. Rivedere i programmi e preparare
del materiale didattico adeguato porta via tempo. Ma sul fronte "soldi
per l' universita'" non spira buon vento da un pezzo...

> > Al momento, quello che vedo qui a Trento e' che c'e' ancora qualcuno,
> > pochissimi, che capisce davvero quasi tutto. La maggior parte invece
> > sopravvive nella rincorsa aggrappandosi a tutto ed arrivando alla
> > specialistica con buchi enormi da tappare... non credo che si possa
> > parlare di specializzazione, ma di "tappamento di buchi".

Buchi di che tipo ? rispetto alle competenze della laure vecchio tipo ?
o rispoetto ai nuovi programmi ? Nel primo caso il problema e' mal
posto. Nel secondo e' perfettamente affrontabile se solo ci si rimbocca
le maniche e lo si affronta come un problema di diattica. (Capire dove
sta nno i nodi principali, trovare correttivi, usare tutti gli strumenti
che spesso sono solo sulla carta della riforma: tutorato, corrispondenza
ore di studio-CFU, verifica periodica dell' efficacia dei corsi...)
A Trento cosa fate?



> > Di positivo c'e' che quasi tutti sono in corso, ma e' un mistero quale
> > sara' la preparazione dello studente che esce da +2. Quest'anno qui
> > finisce il primo ciclo completo del 3+2. Vedremo l'anno prossimo che
> > genere di persone si presenteranno agli esami per accedere al
> > dottorato di ricerca.

Forse una preparazione confrontabile con quella dei suoi colleghi di
altri paesi che devono fare un dottorato per arrivare a livello "ricerca".


> Valter, queste cose potrei averle scritte io...
> Le penso da un po', ma non oso dirle ai miei colleghi, per due ragioni:
> a) anche se non me lo dicono in faccia, e' chiaro che pensano che sono
> vecchio, e quindi non capisco quello che serve oggi
> b) in generale, si e' creato un clima per cui non si deve "dir male" del
> nuovo ordinamento.

A me sembra invece che a sparare sul nuovo ordinamento lo fanno un po'
tutti. Ma raramente chi critica spiega cosa si doveva fare invece per
risolvere i problemi del vecchio.


> Il mio osservatorio e' certamente limitato da un punto di vista
> statistico: dipende soprattutto dall'esame di Astrofisica I, che e'
> quasi obbligatorio al 3^ anno.
> Per fare un esempio qualunque,...

Di esempi legati ad episodi ce ne sono tanti anche nel vecchio
ordinamento. Ma far finta che gli studenti di oggi siano gli stessi di
quelli di 30 anni fa e' assurdo. 30 o piu' annifa esisteva una scuola
elementare media e superiore profondamente diversa. Non si puo' restare
nella classica torre d' avorio e non porsi dei problemi quando al primo
anno si devono recuperare carenze di base.


Giorgio
Received on Fri Oct 10 2003 - 00:58:33 CEST

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