Conferenza del prof. Zichichi:
entusiasmo e delusione
Lessi il manifesto cittadino per puro caso, quella stessa mattina del
18 giugno 2003, qualche ora prima del Suo arrivo a Vittoria, caro prof.
Zichichi. Ne fui entusiasto. Mi organizzai per allontanarmi dal lavoro, che
mi sostiene moralmente e materialmente, e alle 11,45 in punto entrai dentro
la cattedrale di San Giovanni Battista, ancora semi vuota. Di l� a poco
ella, professore, sarebbe sopraggiunto.
Partecipai con foga allo scrosciante applauso che L'accolse, e che
Lei ben merita: magari ce ne fossero a migliaia in Italia di persone col suo
bagaglio culturale.
L'arciprete mons. Cal�, il Sindaco di Vittoria e il Vescovo,
sottolinearono l'importanza della Sua visita, mentre il prof. Mur� ci
ricord� i traguardi da Ella raggiunti e il Suo contributo scientifico in
campo internazionale.
Lei, professore parl� per quasi un'ora, affrontando con maestria e
competenza il tema della conferenza: "Fede e Scienza - Le ragioni di un
dialogo".
La padronanza della materia scientifica e di quella religiosa, e la
Sua assuefazione alle platee, erano evidenti nella scioltezza della Sue
frasi, e nell'avvicendarsi dei Suoi discorsi e dei Suoi esempi. AscoltarLa
era una delizia, almeno per i miei orecchi; e io L'ascoltavo con grande
attenzione; anche se in moltissimi dei Suoi paragrafi vi erano concetti e
idee per me non nuovi e, in alcuni, idee da me non molto condivise.
Improvvisamente rimasi sorpreso e quasi scioccato quando sentii dalla
Sua viva voce definire "scienziati falliti" quegli studiosi che sono
convinti di fare scienza senza effettuare esperimenti; e "imbecilli" quegli
scienziati che in un modo o nell'altro contrastano la religione.
Ma allora, mi chiedo, sarebbero forse un gruppo di scienziati
falliti, e assieme anche imbecilli, Democrito, Aristarco, Tolomeo, Giordano
Bruno, Copernico, Christiaan Huygens, Keplero, Maxwell, Einstein, Louis de
Broglie, Schrodinger, Paul Dirac, Heisenberg, Wolfgang Pauli, Niels Bohr,
Richard Feynman, Carl Sagan, Stephen Hawkink.? Nessuno di loro, se ricordo
bene, ha mai fatto esperimenti, o non in maniera predominante, e molti di
loro, Einstein e Carl Sagan in testa, non sono stati credenti.
Certo � che la mia opinione � quasi nulla se confrontata con la Sua,
professore Zichichi, per� mi pare che Lei si sia un po' lasciato andare.
A mio modesto parere, per quanto concerne la Sua frase "scienziati
falliti", non sono soltanto gli esperimenti che fanno di uno studioso uno
scienziato. Tra l'altro non per nulla esiste quella branca della Scienza che
si chiama Fisica Teorica, e che tante volte ha suggerito agli scienziati
sperimentali una nuova strada, una diversa strategia, o un nuovo obiettivo
da perseguire. Per quanto riguarda invece l'altra Sua frase: "imbecilli",
penso che sarebbe giusto che anche Lei onorasse l'alta conquista umana
raggiunta, almeno nei Paesi pi� evoluti, che si chiama Democrazia; la quale,
come Ella ben sa, consente alla gente (nel reciproco rispetto) di esprimere
ed esternare liberamente e pubblicamente questa o quell'altra opinione
personale sulla fede religiosa.
Ma torniamo all'argomento che pi� mi sta a cuore: la Sua conferenza,
motivo unico di questo mio intervento epistolare.
Attesi speranzoso la fine del Suo intervento, perch� pensavo che
qualcuno dei suoi fiancheggiatori-ospiti avesse invitato, noi del pubblico
presente, a farLe qualche domanda. Per� la cosa non avvenne. Ebbi l'impulso
di prendere l'iniziativa, cio� a dire alzarmi e invitarmi da me. Ma per far
ci� occorreva molto coraggio e faccia tosta, che non ho ricevuto, purtroppo,
in eredit�. Cos� decisi di attendere la fine dei discorsi, sancita dai
saluti e dalla gente che si alzava per andarsene, per avvicinarLa; e poi
confidare nella fortuna per poterLe parlare.
La cosa fu possibile grazie al prof. Mur� che fece da tramite; per�
mi furono concessi. da lui medesimo, solo 60 secondi (o poco pi�) per dire
quel che dovevo dire. Mi accontentai.
Una volta informato della mia richiesta di colloquio all'impiedi Lei,
professore Zichichi, interruppe il rilascio degli autografi e mi guard�. Io,
per non perdere tempo, non gli riferii che ero lo stesso tizio che 4 anni
prima Le parl� a Erice, e sullo stesso argomento; cos� andai subito al
dunque:
<<Professore, - Le dissi stringendoLe la mano, e con l'aria di chi sta per
fare un annuncio clamoroso. - ho trovato la chiave. la chiave per capire
come funziona l'Universo. >>
Lei rimase un po' sorpreso, ma si riprese immediatamente.
<< E qual � questa chiave? Me la dica! >>
<< E' la contrazione di Fitzgerald-Lorentz. Questi due grandi uomini hanno
sbagliato: un oggetto in moto non si contrae soltanto lungo l'asse del moto,
come loro hanno supposto, bens� in tutti e tre gli assi (lunghezza,
larghezza e altezza, n.d.r.). Solo cos� il Mondo e la Natura sono
spiegabili, e acquistano un senso compiuto e una logica. >>
<< Io ho fatto gli esperimenti, e il Principio di Relativit� � giusto. Lei
non lo pu� contraddire. >> ribatt�.
<< Ma io non lo contraddico affatto, lo sto evolvendo. >> mi difesi.
<< Quali esperimenti ha fatto lei? >> mi chiese poi, sicuro di spegnere il
mio entusiasmo e tapparmi la bocca.
<< C'� un solo esperimento che si pu� fare per dimostrare che io ho ragione,
ed � stato fatto. >> (Le mentii in parte.) << Tempo fa �' stato ripetuto,
per� in maniera pi� completa, l'esperimento dell'orologio atomico che
rallenta il suo battito dentro un aereo supersonico in volo. E il motivo che
l'esperimento � stato eseguito in maniera pi� completa � perch� questa volta
� stata aggiunta, dentro l'aereo, l'apparecchiatura che misura la velocit�
della Luce. E' stato cos� dimostrato che ogni qualvolta ci sono le
condizioni gravitazionali per le quali un orologio rallenta il suo ritmo, la
velocit� della Luce viene misurata, in quello stesso laboratorio, con un
valore aumentato, e della stessa identica percentuale del rallentamento del
Tempo. >>
Io feci una leggera pausa. Lei mi distolse lo sguardo e ritorn� a
rilasciare ancora qualche altro autografo alla gente che premeva, l� vicino.
Subito dopo torn� a guardarmi, ma con aria indifferente.
Io sono sicuro che Lei cap� che l'esperimento da me descritto era
stato fatto solo nella mia mente. [Oggi Le posso assicurare, professore, che
non era nelle mie intenzioni, quel giorno, prenderLa in giro, assolutamente
no. Non mi permetterei mai. Se ho mentito (in parte) sull'esperimento l'ho
fatto solo per convincerLa a darmi credito, o quanto meno a metterLe una
pulce negli orecchi.]
Fui io a frantumare la breve pausa di silenzio: << Ed � stato cos�
dimostrato che il Tempo e la velocit� della Luce sono inversamente
proporzionali. >> conclusi cos� come lanciandoLe una sfida, e sicuro di me
stesso.
<< La velocit� della Luce � assoluta. >> ribatt� Lei. << Chiunque la misuri,
e qualunque siano le condizioni in cui essa viene misurata, il valore non
cambia. >> Lei espresse cos� la sua sentenza, e mi fece capire che il
colloquio con me era terminato, e che Lei doveva riprendere a rilasciare
autografi.
Io Le strinsi la mano, Lo ringraziai e mi allontanai. Mi sentivo
deluso, � vero, per� non tanto. Le avevo parlato per la seconda volta; e di
nuovo senza esito alcuno. Ma a ci� ero preparato. Cosa potevo aspettarmi di
pi�? Sotto sotto speravo che se, a scadenza imminente, un grande qualunque
della Scienza dovesse scoprire per conto proprio l'errore della Contrazione
di Fitzgerald e Lorentz, Lei sicuramente si sarebbe ricordato di aver gi�
sentito da qualche parte questa tale cosa. E forse si sarebbe ricordato che,
sia a Erice che in un'altra oscura cittadina del sud, (Vittoria), un insetto
insignificante come me, un giorno, Lo aveva avvicinato anticipandoLe la
novit�, semplice e rivoluzionaria.
Dal canto mio, mi accontento, oltre ai due colloqui avuti con Lei, di
scrivere della mia scoperta sia nella presente rivista, che in Internet, su
due News Group della gerarchia it: "it scienza fisica" e "it scienza". Qui
qualcuno mi crede, qualcuno mi contrasta, e i molti stanno a sentire i vari
commenti. Fino ad oggi non sono riuscito a trovare di meglio, senza
allontanarmi tanto dalla mia citt�, per divulgare e rendere pubblica la mia
scoperta. Mi sono accorto tante volte che la gente comune � poco portata a
questo genere di ragionamenti. Tra l'altro come potrei pretendere che
argomenti simili potessero essere di facile e gradevole assimilazione?
Pure per la Relativit� Ristretta, scoperta da Einstein del 1905, sono
occorsi anni per essere capita. E anche il grande Albert, ho letto tante
volte, fu contrastato dagli scienziati del suo tempo. E oggi, a distanza di
quasi un secolo dalla scoperta, quante persone al mondo possono dire di
sapere di cosa tratta la Relativit�?
Per quanto riguarda la comprensione del funzionamento dell'Universo
io ritengo di aver sollevato l'ultimo velo che impediva di leggere in
maniera chiara e definitiva il grande libro della Natura. Su questo punto,
da pioniere, ho impiegato quasi diciassette anni per arrivare alla
conclusione che la Natura e l'Universo hanno una duplice faccia: cio� a
dire, che esistono e non esistono contemporaneamente. E dopo aver capito ci�
che sto dicendo, e aperto questa nuova strada, ho impiegato ulteriormente
quasi un anno e mezzo per comprendere, fin nei particolari, come una tale
cosa possa essere possibile.
Oggi sono pi� che sicuro che le cose devono stare proprio cos�. Se
potessi fare effettuare quell'esperimento con l'aereo, che dicevo prima al
prof. Zichichi, avrei la conferma definitiva delle mie asserzioni. Per la
Fisica e per le Scienze che studiano il cielo sarebbe una grande
rivoluzione. Sono pi� che convinto che la Natura nel fare le cose ha
prediletto un'estrema semplicit�, e la mia scoperta la rispecchia appieno.
Sono certo che non pu� esistere un'altra maniera pi� elementare e pi�
geniale, di quella che io ho scoperto, che possa spiegare meglio da dove
diavolo � saltato fuori l'Universo e qual'� il suo destino.
E' un peccato che Ella, professore Zichichi, non si sia incuriosito
pi� di tanto, e che non abbia approfondito l'argomento. Questa � stata la
seconda occasione che ha avuto. Chiss� se ce ne sar� un'altra?
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Francesco Alf�
Stazione Astronomica di Vittoria-sud
contrada Cappellaris
Received on Fri Sep 12 2003 - 09:44:10 CEST