Re: Problema su vuoto quantistico e identita di Ward

From: Valter Moretti <vmoretti2_at_hotmail.com>
Date: Wed, 10 Sep 2003 10:09:50 +0200

corrado wrote:
> Salve a Tutti , ho la seguente questione da proporvi nel
> Peskin-Schroeder un testo di teoria dei campi quantistici che tratta
> una topologia debole per introdurre i campi in interazione attraverso il
> formalismo LSZ si sottolinea il fatto che il vuoto quantistico in un
> campo in interazione e' diverso dal vuoto di un campo libero e se ne
> ricava anche la relazione che li lega , invece in un testo come quello
> di Streater-Wightman ch ha un approccio assiomatico della materia si
> postula in uno degli assiomi che il vuoto e' "unico" ,a che e' dovuta
> questa apparente contraddizione? Alla differenza di eta' dei due testi?

Guarda comunque che non e' solo che
il vuoto della teoria libera e quello della teoria interagente
sono diversi, ma vale di piu': non appartengono allo stesso spazio
di Hilbert!
Mi pare, per questo, che le due cose non si contraddicano. Il testo di
Streater-Wightman propone gli "assiomi di Wightman" in cui si tiene
conto del fatto che esiste un solo vuoto nello spazio di Hilbert della
teoria totale (quello della teoria interagente).
Esiste una versione del 2000 di quel testo famosissimo di S e W.
Se sei interessato a queste questioni di fondamento ti consiglio
il libro di R. Haag "Local Quantum Physics", SECONDA edizione
(la prima e' spesso incomprensibile) della Springer.


Spero che tu non ti stia occupando di queste cose per l'esame di fisica
teorica, perche' se e' cosi' ti stai imbarcando in una situazione
pericolosissima: gli argomenti di cui parli sono un pozzo senza fondo e
sono "ortogonali" a quello che serve in un corso universitario di FT,
per il quale e' meglio prepararsi su testi molto piu' "conterecci" come
il Weinberg e rimandare l'approfondimento al dopo esame (magari al
dottorato))


> Sapreste dirmi come si traduce "smeared field" con un vecchio
> vocabolario non sono riuscito a tradurlo grazie!

Io lo traduco con campo regolarizzato (tramite l'integrazione contro
una funzione di prova), pero' spesso nei seminari in italiano
non lo traduco affatto e dico smeared e basta.


> La seconda questione e' l'identita' di Ward , in molti testi viene
> dimostrata ma a me sembra un'assiome della QED , per dimostrare tale
> identita si incorre sempre col dover regolarizzare qualche integrale
> ma l'identita' stessa non e' preservata da tutte le procedure di
> regolarizzazione e si postula che tutti i regolarizzatori che non la
> preservano vanno scartati proprio per questo , non e' come mordersi la
> coda?

Non saprei, sono identita' che hanno senso negli approcci perturbativi
in cui si vuole che l'invarianza di gauge sia automaticamente
preservata. E' molto tempo che non maneggio quelle cose, ma credo che si
scartino le regolarizzazioni che non preservano le identita' di W.
perche' cio' significa che non c'e' certezza che il risultato finale
sia invariante di gauge. Un libro abbastanza chiaro su queste cose
pero' a livello di path integral costruito con l'approccio di
Bargmann-Fock e' quello di Faddev-Slavnov (O Faddeev-Popov? non mi
ricordo piu'), e' un libro che ha "Gauge theory..." nel titolo, ora non
mi ricordo di piu'...

> Grazie per l'attenzione e per le eventua�i risposte!
>
> Saluti Corrado

Prego, ciao, Valter
-- 
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Valter Moretti
Faculty of Science
Department of Mathematics
University of Trento
Italy
http://www.science.unitn.it/~moretti/homeE.html
Received on Wed Sep 10 2003 - 10:09:50 CEST

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