Buongiorno, Claudio Falorni ha scritto:
[cut]
> Quindi mi stai dicendo che il 2� principio ha sia una veste teorica:
> definisce la forza (conosci una definizione alternativa di forza in
> meccanica classica tipo postulare l'esistenza di uno spazio euclideo
> tridimensionale dove si verifica la cinematica dei corpi?) e una veste
> sperimentale: la forza � "misurata" senza che si verifichi un'accelerazione
> nei costituenti dello strumento di misura, cio� mediante allungamenti di
> molle ed azioni legate all'elasticit� interna dei corpi e quindi
> l'accelerazione del corpo sul quale agisce � in accordo col valore teorico
> di aspettativa.
Non ho capito la domanda tra parentesi, certo la meccanica si puo'
formalmente costruire in tanti modi diversi (prima le masse o prima le
forze, prima la statica o prima la dinamica...).
Semplicemente penso che quando si enuncia il secondo principio
si debba anche specificare quali sono i dati sperimentali che "sono
nascosti" dentro l'equazione F = m * a, e che costituiscono il "nocciolo
fisico" dell'equazione matematica che esprime il secondo principio.
> > > ...Ma se invece non la conosciamo e usiamo il
> > > secondo principio per ritrovare la forza niente ci assicura di aver
> usato la
> > > "stessa forza".... o meglio (pi� sottile) possiamo dire di aver usato la
> > > "stessa forza" F ma Newton non ci assicura un'accelerazione in accordo
> F=ma.
> > Come dicevamo il 2� principio assicura anche questo,
>
> purtroppo non riesco a capire in che modo... o forse non ho capito cosa
> volevi dire:
> intenevi forse dire che ci assicura la non assicurazione :-) .....
Qui le cose cominciano ad essere troppo complicate per me :-)
> > considera comunque che
> > un certo grado di circolarita' o autoreferenzialita' e' spesso presente
> nei principi
> > e nelle definizioni della fisica (pensa ad es. a come viene enunciato il
> principio di
> > inerzia), l'importante e' avere chiara coscienza di cio' (e naturalmente
> ancora piu'
> > importante e' che le definizioni siano utili e che i principi funzionino!
> Ma una teoria fisica costituita da definizioni e al limite da postulati deve
> necessariamente avere un rigore matematico, come appunto una formulazione
> formalmente corretta della dinamica classica; pertanto non dovrebbero essere
> ammesse ipotesi self-consistenti che invece possono benissimo essere usate
> per costruire modelli su dati sperimentali.
> Ho visto che anche nel libro di Rosati si accenna a questa questione anche
> se purtroppo non ho ben capito se ci� � concorde a questa mia riflessione su
> l 2� principio e soprattutto se questa mia riflessione � corretta....
Purtroppo adesso non ho il Rosati sottomano.
Mi scuso se non potro' proseguire questo thread, ma per un po' di tempo
non potro' accedere ad internet per cambiamento di domicilio.
Ciao
--
Giorgio Bibbiani
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Received on Wed Aug 27 2003 - 10:49:05 CEST