ci riprovo...sui fotorivelatori
Salve a tutti!
Non ho conoscenze di MQ. Il presupposto, spero non troppo sbagliato, da cui
parto, � che la luce proveniente da una sorgente come il sole sia composta
da un certo numero, finito, di "tipi" di fotoni (dove per fotoni dello
stesso "tipo" intendo fotoni emessi a seguito della medesima eccitazione).
Ogni "tipo" di fotone ha una sua energia (e, quindi, frequenza)
indeterminata, ma con una ben precisa distribuzione di probabilit� delle
possibili frequenze.
Non saprei dire di pi� su questa "banda spettrale" in reiferimento a ciascun
fotone, credo solo di aver capito che � una indeterminazione intrinseca e
che solo nel momento in cui il fotone attraversa un prisma, incontra un
reticolo di diffrazione o un fotorivelatore, o un filtro, ecc., "assume" una
certa frequenza come previsto dalla citata distribuzione di probabilit�. In
tal modo, il fotone solare deviato dal prisma verso il rosso, avr�,
emergendo dallo stesso, una frequeza pi� determinata e, quindi, una banda di
energia molto pi� ristretta di quello originario (principio del
monocromatore, no?). La scomposizione della luce solare � frutto di questo
comportamento di ciascuno dei diversi tipi di fotone emessi dal sole.
Su questa premessa chiederei una conferma.
Domanda: leggo che l'efficienza quantica di un fotorivelatore � il rapporto
tra le cariche prodotte e il numero di fotoni incidenti. Leggo anche che si
calcola come il rapporto tra il rapporto corrente generata/carica elettrone
e il rapporto potenza ottica/hv. Il punto �: ma la potenza ottica come si
calcola? Cerco in giro e trovo che si pu� utilizzare un radiometro, un
fotometro, ecc, ma alla fine tutti questi sistemi _ in genere _ si basano
sull'utilizzo di un altro fotorivelatore di riferimento!
Insomma, cos� non se ne esce pi�. C'� un modo, allora, per prendere la luce
da utilizzare per stimare l'effcienza quantica di un rivelatore, e dire: tra
400 e 410 nm ci sono in media 1000 fotoni al secondo, fra 410 e 420 ce ne
sono 2000, ecc, senza rischiare di usare un secondo fotorivelatore a sua
volta dotato di una propria, differente, effiicenza quantica (non
costantemente uguale ad 1)? Insomma, per calcolare la risposta in frequenza
di un fotorivelatore devo sapere quanti fotoni, in un certo intervallino di
frequenza, incidono, nell'unit� di tempo, sul fotorivelatore. E confrotare
la risposta del rivelatore da testare con quella di un altro gi� "tarato"
sposta solo il problema pi� a monte!
Dove sbaglio?
Grazie,
Marco
Received on Thu May 09 2013 - 14:48:21 CEST
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