Re: incidente auto accelerazione persona

From: Soviet_Mario <Soviet.Mario_at_CCCP.MIR>
Date: Tue, 22 Jan 2013 13:51:35 +0100

Il 21/01/2013 20:03, segarender ha scritto:
> Vorrei da voi che sicuramente ne sapete una delucidazione su un fatto:
>
> in un incidente, mettiamo a 50km/h (effettivi, togliendo la deformazione
> del veicolo tipo 70/80) che accelerazione pu� prendere un passeggero
> seduto nel posteriore? Cio�, che forza di impatto/velocit�
> raggiungerebbe nei 30cm che dividono la sua testa con il sedile del es.
> guidatore?
>
> C� chi dice che � come buttarsi dal 4 piano in caduta libera, c� chi
> dice che la forza di impatto � di 7 tonnellate ed ognuno dice un p� la sua.
>
> Io, da profano non credo nelle 7 tonnellate, anche perch�,
> disintegrerebbe il sedile, o l'eventuale plancia (se seduto come
> passeggero anteriore), ma i miei dubbi mi vengono sulla accelerazione
> che pu� raggiungere prima dell'impatto in pochi cm, ci sar� un p� di
> inerzia?...

qualcosa nella formulazione del problema mi lascia perplesso
(premesso che non so addivenire alla sua analisi) : l'enfasi
sullo spazio tra la testa e il sedile.
Quel dettaglio sembrerebbe supporre che, qualora la testa
poggiasse contro il sedile prima dell'urto, durante l'urto
non sarebbe sollecitata non avendo avuto spazio per
accelerare. Il che ovviamente non � vero, cambierebbe solo
la dinamica dissipativa operante, spostando le deformazioni
pi� ai tessuti interni morbidi rispetto alle ossa.
Le ossa, a meno di una non trascurabile elasticit�, possiamo
considerarle rigide rispetto ai molli.
In un urto vero e proprio si mette a dura prova la fragilit�
dello scheletro, mentre i tessuti molli subiscono
decelerazioni attenuate dalla deformazione del contenitore
osseo (cervello, gabbia toracica) che assorbe energia
deformandosi.
Nella sollecitazione a contatto, penso che difficilmente
l'osso (specie cranico) si rompa, dissipando energia, di
conseguenza lo spazio di arresto dei tessuti molli interni
sar� brevissimo, pur dovendo dissipare esattamente tanta
energia quanta prima, quindi � probabile che rimanga intera
la scatola cranica, e poltiglia del cervello al suo interno.

Mi spiego meglio, se � in movimento e si arresta, la
struttura dal cranio viene sollecitata progressivamente in
parti diverse. Se � a contatto, entro soglie di sforzi
maggiori, pu� comportarsi come corpo rigido senza eccedere
la resistenza massima in alcuni punti, e tuttavia la massa
morbida interna non � in grado di comportarsi solidalmente,
si scolla sul retro e si schiaccia in avanti.

Ricordo l'esperimento di un tizio che, con tuta
pressurizzata, elmetto imbottito, s'era lanciato di piatto,
orizzontale, su uno spessore di materassi (forse gonfiabili)
di molti metri.
Non aveva riportato nessuna frattura, ma era morto per
gravissima emorragia cerebrale.
L'accelerazione subita dallo scheletro era stata
"localmente" abbastanza uniforme, tale da non sforare la
resistenza in alcun punto, ma se si comporta da corpo rigido
senza dissipare alcuna energia ed allungare lo spazio di
arresto nella parte peggiore di decelerazione (quando il
materasso diventa poco comprimibile), lo scheletro riporta
pari pari la decelerazione sui tessuti molli in modo non
diverso dal muro, per cui � come se gli organi senza
involucro se non le membrane interne venissero scagliati
contro un'inferriata. Rimane integra l'inferriata, ma gli
organi si lesionano internamente.

Se invece si fratturano le ossa (a meno dei danni da
squarciamento da parte dei frammenti) fanno lo stesso
effetto dell'avantreno nel crash test : la cabina decelera
in uno spazio pi� lungo e il passeggero subisce meno
decelerazioni.

Ora detto questo mi � impossibile definire quale degli urti
sia pi� pericoloso e se ci� sia generalizzabile ad ogni
velocit� ed orientamento del corpo.

In un urto "rigido" uniforme, credo che l'impatto ad assetto
SUPINO garantisca la massima resistenza del corpo (salvo
forse per i reni che non hanno molto sostegno posteriore).
In un urto progressivo come cadendo dall'alto, � quello
verticale in piedi il meno mortale, perch� gli arti
inferiori, cedendo (e sbriciolandosi), non trasmettono
direttamente alla spina dorsale e poi al cranio l'intera
energia da dissipare.

Poi se l'energia � troppa, comunque la vuoi dissipare quel
che resta dei pezzi � troppo danneggiato.

>
> Io la penso cos�, se mi lancio dal 4 piano, dopo 1 metro avr� una
> velocit�, dopo 3-4-5-10 avr� bel altra velocit�, ed � essa che fa la
> differenza se spiaccicato senza speranza o spiaccicato con qualche
> dolore, come ho letto non ricordo dove che se uno si lancia da 1000
> metri, la sua velocit� aumenta sempre di pi� per poi arrivare ad una
> soglia dove potrebbe avere anche altri 2000 metri ma pi� veloce non
> andrebbe.

questo � certamente un problema di
fisica+anatomia+fisiologia+scienza dei materiali, ma che non
si pu� ricondurre a modelli fisici particolarmente
elementari ... E non lo dico perch� non padroneggio la
fisica a sufficienza.

>
> Mi illuminate? ricordatevi che sono un ignorante in materia, uso solo un
> p� di buon senso dettato dall'esperienza, un auto con tutti senza
> cintura che si pianta contro un tir ha si avuto 3 morti, ma sedili, e
> plancia erano intatte, quindi i passeggeri non sono arrivati ad avere
> una forza d'urto di 10 tonnellate, gli avrebbero distrutto sedile
> (quello che stava dietro) e plancia quello davanti, invece si � rotto
> solo la testa.

eh ... la struttura di un essere umano � difficilmente
approssimabile ad un provino con resistenza isotropa.
Tra l'altro non ha una resistenza fissa e solo passiva, ma
in certa misura pu� adottare meccanismi dissipativi
elastici, se la forza e la coordinazione sono buone.
Pensa il danno che subisce buttare da in braccio un gatto
sveglio o sotto anestesia. In definitiva il salto � uguale e
il gatto � il medesimo ...
ciao
CCC

>
> grazie.


--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mario - (aka Gatto_Vizzato)
Received on Tue Jan 22 2013 - 13:51:35 CET

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