Il 04/02/21 16:58, Roberto Deboni DMIsr ha scritto:
> On 31/01/2021 13:14, Giorgio Pastore wrote:
>>
>> In termodinamica coesistono due definizioni di calore
>> almeno dall'inizio del XX secolo. La più antica, basata
>> sulla calorimetria del XIX secolo, si basa sull'idea che
>> il calore viene scambiato solo in presenza di differenze
>> di temperatura tra sistema e ambiente.
>>
>> La seconda, più recente, fu introdotta poco più di 100
>> anni fa da Caratheodory e ripresa da Born e Planck ed è
>> presente in molti buoni testi contemporanei di
>> termodinamica. In questo caso si parte dall'introduzione
>> del concetto di parete adiabatica definita dalla
>> condizione che per sistemi racchiusi in questo tipo di
>> parete, il lavoro richiesto per andare dallo stato A a B
>> (o viceversa) (L_ad(AB)) è indipendente dal cammino. In
>> tal modo si introduce l'energia interna come funzione di
>> stato attraverso Delta U(AB)=U(B)-U(A)=L(AB).
>> Una volta che abbiamo l'energia interna, se la
>> trasformazione non avviene in condizioni di isolamento
>> mediante pareti adiabatiche, e quindi il lavoro L(AB)
>> dipende dal cammino, *definiamo* calore scambiato
>>
>> Q(AB)= Delta U(AB) - L(AB)
>
> Non ho capito molto della seconda definizione. Vengo da una
> "scuola di pensiero" ove il calore e' quel tipo di energia
> che entra/esce da un sistma termodinamico senza potere essere
> descritto come lavoro termodinamico oppure senza che vi sia
> trasferimento di materia. Troppo generico ?
a me la seconda clausola (assenza di mescolamento e scambi
di massa) pare in realtà molto restrittiva (ed esclude gli
scambi termici in contesti dove ci siano convezione e/o
mescolamento.
Ma sono solo un praticone eh, di definizioni rigorose degli
enti un c'azzecco mica
>
--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mario - (aka Gatto_Vizzato)
Received on Thu Feb 04 2021 - 21:01:38 CET