Riprendo questa parte perché più direttamete collegato al problema che
avevo esposto.
Il 01/02/21 11:40, Pangloss ha scritto:
....
> La definizione del calore di Caratheodory ha carattere generale e mi soddisfa.
> Non direi altrettanto dei concetti di parete adiabatica e di lavoro, a meno che
> non si voglia limitare quest'ultimo concetto al solo lavoro meccanico di espansione
> o contrazione del sistema.
Non capisco. La def. di calore di Caratheodory *contiene* una
definizione di parete adiabatica. Non vedo come separare le due cose.
> Ma cosi' facendo il primo principio della TD sparisce,
> nel senso che viene privato di qualsiasi contenuto empirico.
Il contenuto empirico sta tutto nell'esistenza di pareti adiabatiche che
permettono di ottenere il lavoro come funzione di stato.
> Conseguentemente chiedo: dobbiamo considerare la mitica conservazione dell'energia
> come una definizione (di energia appunto) o come un fatto sperimentale ben assodato,
> purtuttavia in linea di principio falsificabile?
L'energia (termodinamica) in questo approccio viene definita (coincide)
col lavoro adiabatico. L'esistenza non è un fatto scontato e scoprire
che esiste modo di avere una funzione di stato integrando il lavoro
sotto certe condizioni è un fatto sperimentale. Naturalmente questo
fatto sperimentale va dimostrato per ogni nuovo modo di compiere lavoro.
....
> Ho gia' segnalato in passato un mio tentativo di discutere questi problemi:
>
> http://pangloss.ilbello.com/Fisica/Termodinamica/lavoro_calore.pdf
Secondo me dovresti riconsiderare la definizioen di parete adiabatica.
E' chiaro che se la definisci come quella che non fa passare energia se
non attraverso il lavoro stai introducento il calore, senza nominarlo,
prima del possibile. Se invece la parete adiabatica è quella che
permette di avere il lavoro come funzione di stato. il discorso è tutto
basto su misure di lavoro.
Giorgio
Received on Fri Feb 05 2021 - 18:41:08 CET