Bottiglia di Leyda

From: <andreafrigo_at_nospam-inwind.it>
Date: Sun, 13 Jul 2003 21:22:05 GMT

Sto scrivendo una tesina sulla storia dei componenti elettronici e sono
incappato in un argomento un po' insidioso: la bottiglia di Leyda. Ho
letto su internet che si prendevano delle scosse caricando con una
macchina elettrostatica collegata da una parte a terra e dall'altra ad
un filo immerso nell'acqua contenuta in una bottiglia e poi toccando la
parete esterna di vetro. Ora: Siccome la bottiglia di Leyda senza
l'armatura esterna, com'era nei primi esperimenti, non è un condensatore
come mai si prendeva la scossa toccandone il vetro? La mia ipotesi è che
si chiudesse un circuito capacitivo e che il condensatore, formato con
la mano di chi tocca il vetro come armatura, si caricasse attraverso il
corpo di chi tocca. Però a questo punto sarebbe possibile prendere una
seconda scossa toccando con una mano il vetro e con l'altra il reoforo
usato per la carica. Qualcuno mi sa spiegare come mai si prendeva la
scossa visto che la mia ipotesi non mi sembra reggere? Grazie
Received on Sun Jul 13 2003 - 23:22:05 CEST

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